Panorama Assicurativo Ania

🇪🇺 Solvency II

TERZO PILASTRO E REPORTING ALLA VIGILANZA … QUALI “INSIDIE”? REPORT MOODY’S ANALYTICS

"Pillar III reporting: Avoiding the pitfalls" Whitepaper - Setptember 2013

Brian HEALE


MOODY’S ANALYTICS
www.moodys.com


Link al paper


 

Tra gli aspetti essenziali di Solvency II   vi è il reporting alla vigilanza, componente essenziale del terzo pilastro del nuovo regime prudenziale.
Un aspetto chiave del Pillar III reporting è rappresentato dai Quantitative Reporting Templates (QRTs) - riguardanti aspetti sia “solo” sia di gruppo -,  che rendono necessario un considerevole impegno in termini di compliance per le imprese: si tratta, infatti, di disporre di ingenti quantità di dati e di un elevato grado di granularità (ne sono esempio i templates relativi alle riserve tecniche e agli attivi).

In ogni caso, secondo gli autori, i benefici derivanti da Solvency II alle imprese di assicurazione dipenderanno, in larga misura, dal grado di accuratezza dei processi di reporting.
Nel documento in esame sono esaminati approcci “strategici” e “tattici” per ottemperare a quanto previsto dai requisiti di terzo pilastro e si propone, infine, un approccio “ibrido”: esso  sarebbe in grado di risolvere problemi e necessità immediate e potrebbe, gradualmente, trasformarsi in una soluzione strategica di lunga durata.

L’approccio “tattico” considera la raccolta dei dati per Solvency II come un evento straordinario, bisognoso di essere ripetuto regolarmente. L’approccio “strategico” prevede, invece, la massima automazione del processo di reporting, della raccolta di dati e delle verifiche della qualità di questi ultimi.
La completa realizzazione dell'opzione “strategica”, in particolare, sarebbe in grado di offrire maggiore automazione, auditing e controlli di sicurezza, verifiche e conferme sulla qualità dei dati e una migliore funzionalità dell’attività di reporting.
Permetterebbe anche di riutilizzare il lavoro già svolto e potrebbe essere utile per permettere al personale di familiarizzare con i processi prima della loro piena attuazione.

L’approccio ibrido propugna una graduale, modulare introduzione di tecnologie e funzionalità su un arco temporale non breve. Secondo gli autori, ciò può costituire un modus operandi gradito a molti assicuratori, in quanto consentirà loro di sottoporre i processi a test e verifiche e di fare chiarezza sulla regolamentazione prima di impegnarsi in una realizzazione completa. L’approccio ibrido potrebbe costituire la soluzione ideale per quelle imprese che intendono diversificare costi di implementazione e risorse e realizzare, gradualmente, una soluzione adatta al variare delle proprie necessità.