Panorama Assicurativo Ania

🇬🇧 Pensioni, Previdenza complementare

PENSIONI E RISPARMIO PREVIDENZIALE NEL REGNO UNITO: E’ ORA DI CAMBIARE?

Pensions: Time for change - New approaches for a new retirement reality

Ros ALTMANN


METLIFE
http://www.metlife.co.uk/


ARTICOLO DI COMMENTO allo studio


MetLife – primaria compagnia assicuratrice statunitense – ha recentemente pubblicato uno studio (condotto da Ros Altmann, esperto di politiche pensionistiche) dedicato all’analisi del sistema previdenziale britannico. Nel report si descrive tale sistema come “obsoleto”, “inadatto allo scopo” e bisognoso di interventi di riforma.

In un quadro economico difficile come quello attuale – in cui le prospettive pensionistiche appaiono sempre più lontane e incerte – il report sottolinea che il tentativo dello Stato di dare nuovo impulso al risparmio previdenziale attraverso meccanismi di auto-enrolment(1)  è destinato a non raggiungere risultati soddisfacenti.  

Secondo lo studio, il 60% degli aderenti alla previdenza complementare è esposto a rischi che non risultano chiaramente comprensibili, percentuale che sale al 75% nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni (fascia che, tra l’altro, rappresenta uno dei principali obiettivi su cui puntano i programmi di auto-enrolment).

Il problema, indica l’autore, sta alla base del sistema: l’indifferenziato approccio “one-size-fits-all” è inidoneo a una situazione in cui gli aderenti ai piani lavorano più a lungo, con la conseguenza che le cosiddette “target date” dei piani non risultano più coerenti con l’effettiva età di pensionamento.

In questo senso, innovazione di prodotto e flessibilità dei piani rappresentano una necessità, fondamentale per il rinnovamento delle cosiddette “standard annuities”. Per “flessibilità” si intendono maggiori capacità di adattamento dei piani non solo a età di pensionamento diverse, ma anche - in generale - ai mutamenti che interessano la vita lavorativa di un individuo e all’incertezza dei mercati finanziari (quest’ultima può, ad esempio, modificare significativamente il concetto di investimenti a basso rischio, come ha dimostrato il recente caso dei Government bonds).

Sono evidenziati, in particolare, i rischi legati ai prodotti di rendita che non legano le prestazioni all’andamento dell’inflazione. Tali prodotti rischiano, secondo l’autore, di esporre milioni di risparmiatori a situazioni di scarsa redditività del loro investimento  previdenziale e al rischio di povertà in vecchiaia.

Viene suggerito, pertanto, di valutare l’opportunità di garantire il rendimento dei piani pensionistici: se è naturale assicurare una casa nei confronti di un evento negativo che potrebbe anche non realizzarsi, risulta invece molto meno immediato garantirsi contro il rischio di un livello insufficiente di reddito pensionistico.       
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(1)  Secondo le aspettative, il sistema di auto-enrolment dovrebbe comportare circa 11 milioni di nuovi “pension savers”.