MECCANISMI ANTICICLICI IN SOLVENCY II: ANALISI DELL’ “EQUITY DAMPENER” NELLA FORMULA STANDARD E NEI MODELLI INTERNI
Equity risk under Solvency II: Internal Models and procyclical effects
Michael MARTIN
SSRN-SOCIAL SCIENCE RESEARCH NETWORK
http://www.ssrn.com
Le nuove regole in materia di requisiti patrimoniali previste da Solvency II possono facilitare, incentivando comportamenti uniformi da parte delle imprese, la diffusione del rischio sistemico nel settore finanziario. Per tale motivo, la formula standard del nuovo regime di solvibilità introduce un meccanismo di aggiustamento (il cosiddetto “equity dampener”), per controbilanciare gli effetti prociclici derivanti dalla struttura del sottomodulo del rischio azionario da utilizzare per il calcolo del Solvency Capital Requirement (SCR).
Lo scopo dell’autore è quello di analizzare il rischio sistemico nell’ambito di Solvency II e di proporre adeguati meccanismi di bilanciamento nel caso l’impresa decida di utilizzare un modello interno. A questo sono introdotti tre approcci:
- il primo si fonda sul medesimo meccanismo anticiclico – l’“equity dampener” – previsto dalla formula standard (utilizzando, come base per l’aggiustamento, l’indice MSCI Europe);
- il secondo si basa sull’introduzione di aggiustamenti volti a mitigare gli effetti prociclici in fase di calibrazione del modello interno;
- il terzo prevede un adattamento del livello di sicurezza, espresso dalla misura di rischio, previsto per il calcolo del SCR in base alle condizioni del mercato finanziario (per cui il livello di sicurezza aumenta nelle fasi di mercato positive e decresce nelle fasi di crisi).
L’analisi svolta dimostra che gli strumenti volti a mitigare il rischio sistemico possono avere un impatto significativo sulla solvibilità delle imprese: l’ “equity dampener” previsto dalla formula standard, infatti, può portare a un aumento o a una riduzione del requisito patrimoniale per il rischio azionario fino al 26%. Il primo approccio testato dall’autore per i modelli interni porta a risultati simili a quelli ottenibili con la formula standard.
Il secondo approccio porta a risultati differenti, che segnalano una maggiore capacità del modello di riflettere il portafoglio azionario sottostante: in proposito, l’autore propone un limite temporale di tre anni per tener conto dei cicli economici.
Il terzo approccio – quello che “adatta” il livello di sicurezza del modello di calcolo del SCR sulla base delle condizioni del mercato finanziario – rappresenta una soluzione pratica che può essere applicata ad altri moduli di rischio (oltre a quello azionario).
In sintesi, considerata la rilevanza del rischio sistemico per la solvibilità delle singole imprese di assicurazione e per il sistema finanziario nel suo complesso, l’introduzione di adeguati meccanismi di aggiustamento per il calcolo del SCR è indispensabile, sia per quanto riguarda la formula standard sia nel caso di utilizzo di un modello interno.