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🇮🇹 Risparmio

INDAGINE SU RISPARMIO E SCELTE FINANZIARIE DEGLI ITALIANI NEL 2013: CENTRO EINAUDI-INTESA SANPAOLO

Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2013. Risparmiatori e risparmiatrici, primi segnali di fiducia

Giuseppe RUSSO (a cura di)


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Pagina di presentazione e slides


Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo hanno pubblicato il rapporto dedicato al risparmio delle famiglie italiane nel 2013. La ricerca si basa su un sondaggio Doxa effettuato fra gennaio e febbraio 2013, intervistando 1.044 capifamiglia, correntisti bancari e/o postali.

Il campione è rappresentativo per classi di età, professioni, titoli di studio e zone geografiche. Lo studio permette confronti temporali dal 1983 a oggi.

Ogni anno l’indagine affronta un tema monografico: nell'edizione 2013, il  tema prescelto è quello dei comportamenti di risparmio delle donne.

L’indagine 2013 conferma che la vocazione risparmiatrice delle famiglie italiane è andata riducendosi nel corso degli anni. In parte, ciò si deve al graduale allineamento del modello di consumo e risparmio a quello di altri paesi europei. Tuttavia, il «non risparmio», per scelta o perché manca la necessità di risparmiare, è un comportamento in cui si riconosce solo poco più di un terzo del campione (34%). Al contrario, per due intervistati su tre (66%) risparmiare è ancora una necessità reale o almeno un obiettivo fondamentale.

Ciò nonostante, nel 2012 è riuscito a farlo solo il 39% degli intervistati: una quota non dissimile da quella degli ultimi anni, ma inferiore sia a quella di dieci anni fa, sia alla percentuale di coloro che vorrebbero risparmiare e non ci riescono.

Tra le principali evidenze della ricerca vi sono le seguenti:

  • i redditi sono ancora in sofferenza, anche se si intravedono alcuni timidi spiragli di uscita dalla crisi. Qualche germoglio di speranza sembra essere spuntato anche per il reddito pensionistico.
    A quest'ultimo proposito, l’anno scorso a prevalere era lo scontento; quest’anno, al fondo di scontentezza -  pur presente -  si è associata una maggior propensione a cercare forme integrative di entrate negli investimenti assicurativi e pensionistici;
     
  • i portafogli finanziari hanno ripreso valore. È finita, in sostanza, la paura per ciò che sarebbe potuto accadere ai titoli di Stato italiani e ciò - accompagnato dalle performance positive delle gestioni e dei mercati azionari -,  ha fatto crescere il valore dei portafogli delle famiglie;
     
  • il primo obiettivo dei propri investimenti è la sicurezza. La maggior prudenza ha radici nel recente cambiamento di priorità nelle motivazioni. Un tempo, il risparmio era più abbondante e la sua destinazione privilegiata era l’acquisto di una prima o seconda casa. Adesso la prima ragione per risparmiare è tutelare i figli (14,5%) e proteggere il loro futuro economico.
    Anche la seconda motivazione – si risparmia per integrare la pensione o per la salute nella vecchiaia (12,7%) – è tale da indurre a investimenti prudenti. Il risparmio previdenziale va protetto in ogni caso dai rischi della congiuntura, anche quando, come spesso accade, non si realizza attraverso strumenti specializzati (nei quali investe soltanto il 19% del campione);
  • nelle scelte di investimento prevale, dunque, la prudenza: non a caso, l'impiego preferito è stato in forme di liquidità. La diffusione del risparmio gestito (10%) è ancora limitata e inferiore a quella degli altri paesi europei.
    Inoltre, se il 2012 è stato un anno positivo per le asset class finanziarie, non altrettanto può dirsi delle asset class reali. La casa è da sempre l’investimento ideale e tale si conferma nel 2013 (32,1%). Tuttavia, la propensione ad acquistare nuove case è diminuita, anche per effetto della maggiore tassazione;
     
  • per quanto infine riguarda le donne e il risparmio, una prima osservazione – in qualche misura prevedibile – è la rilevata maggiore fragilità economica delle donne rispetto agli uomini. Un secondo risultato – importante e assai meno prevedibile – è che, nonostante nella maggior parte dei casi le donne apportino minori risorse al bilancio familiare, sono tuttavia loro ad amministrarlo. Ossia si occupano non solo delle spese (72,6%), ma anche in percentuale maggioritaria degli investimenti (59,6%) e delle decisioni importanti di natura economica. Per esempio, è maggiore nelle donne (26%) rispetto agli uomini (20,9%) l’attenzione verso gli strumenti finanziari che hanno come finalità il miglioramento del futuro dei figli.