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DELOITTE PUBBLICA L’OTTAVA EDIZIONE DELLA “GLOBAL RISK MANAGEMENT SURVEY”

Global Risk Management Survey, Eighth Edition


DELOITTE
http://www.deloitte.com/


Link allindagine



La crisi finanziaria mondiale ha accelerato il processo di riforma delle logiche di gestione dei rischi, che ha trovato sostegno in alcuni recenti provvedimenti di grande rilevanza per il mondo finanziario: da Basilea III per le banche alla riforma Dodd-Frank negli Stati Uniti. Ma il processo di riforma del quadro della regolamentazione prudenziale non è certo terminato.

In questo contesto, Deloitte ha pubblicato l’ottava edizione della “Global Risk Management Survey”, un’indagine sulle più recenti tendenze nella gestione dei rischi da parte delle istituzioni finanziarie.

L’indagine è stata condotta fra settembre e dicembre 2012, coinvolgendo 86 istituzioni finanziarie di tutto il mondo. Si riportano di seguito alcuni risultati dell’indagine:

  • le policy di risk management e di entreprise risk management sono quasi sempre soggette all’approvazione diretta da parte dei più alti vertici aziendali (CdA) (80% degli intervistati);
     
  • la figura del Chief Risk Officer si è andata progressivamente affermando negli ultimi anni, sia in termini di diffusione a (oggi esiste presso l’89% delle imprese intervistate, contro il 69% del 2002) sia in termini di peso strategico nelle decisioni aziendali;
     
  • è sempre più diffusa la revisione periodica dei criteri di retribuzione dei dipendenti, al fine di prevenire scelte che possano esporre l’impresa a rischi eccessivi: viene svolta, infatti, dal 49% degli intervistati (contro il 35% del 2010);
     
  • il 62% degli intervistati ha dichiarato di disporre di un programma di  ERM-Enterprise Risk Management (era il 52% nel 2010), mentre un altro 21% ha dichiarato di averne in corso la realizzazione;
     
  • il 92% delle compagnie assicuratrici intervistate ha dichiarato che entro un anno realizzerà sistemi di Own Risk Solvency Assessment (ORSA); il 77% intende sviluppare sistemi di valutazione della qualità dei dati, mentre il 69%  del campione pensa di intervenire sugli impianti di documentazione e reporting;
     
  • il 65% degli intervistati (contro il 55% del 2010) ha dichiarato di aver sostenuto costi crescenti per le attività di compliance, con conseguenze  pesanti sull’operatività d’impresa.