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🇺🇸 Calamità naturali

STATI UNITI: DATI DEFINITIVI SULL’IMPATTO DELL’URAGANO SANDY

Hurricane Sandy. Event Recap Report


Aon Benfield
www.aonbenfield.com


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A sette mesi dal verificarsi del devastante uragano Sandy, il broker AON Benfield ha pubblicato un rapporto descrittivo dell’evento e delle conseguenze sui territori colpiti.

Originatosi nell’oceano Atlantico nell’ottobre 2012, Sandy ha colpito dapprima i Caraibi e successivamente gli Stati Uniti, provocando 147 vittime e 138 feriti.
Il rapporto illustra l’ “evoluzione” di Sandy: da uragano che ha colpito Cuba, Bahamas, Giamaica, Haiti, Repubblica Dominicana, Porto Rico e Bermude a enorme tempesta tropicale – la più violenta dal 1988 –, che si è abbattuta sulle coste statunitensi e canadesi.

La distanza temporale dell’evento permette di disporre di dati definitivi sull’effettiva portata dei danni provocati negli Stati Uniti ove, stante l’intensa urbanizzazione delle aree interessate, la verifica dei danni si è rivelata  particolarmente complessa.
Ad oggi si contano 650.000 abitazioni distrutte, 300.000 impianti produttivi lesionati e 250.500 veicoli danneggiati. New Jersey, New York e Connecticut sono risultati gli Stati USA  più colpiti.

Nei paesi caraibici coinvolti si contano, invece, 370.000 abitazioni abbattute – di cui circa 300.000 solo a Cuba.
La ricerca evidenzia come negli Stati Uniti i maggiori danni siano da ricondursi alle eccezionali mareggiate, mentre nei paesi caraibici siano state le fortissime raffiche di vento a comportare le più gravi conseguenze.

Dal punto di vista strettamente assicurativo, negli Stati Uniti Sandy ha posto in evidenza quanto diversamente siano strutturate le polizze contro i rischi di calamità naturale, specie in tema di applicazione delle franchigie. Molte polizze prevedono che la franchigia si applichi in presenza di un allarme per eventi classificati almeno come “cicloni tropicali”, altre richiedono che si attivino in presenza di venti dichiarati dalle Autorità almeno “di categoria 2”.
Tutto questo non è avvenuto nel caso di Sandy, poiché prima di raggiungere la costa statunitense è stata declassata a  “tempesta post-tropicale”.

Gli autori del rapporto sottolineano, quindi, due aspetti che riguardano l’attendibilità dei modelli previsionali:

  • a fronte di regole tanto differenziate di attivazione delle franchigie, può risultare alterata l’affidabilità previsionale dei modelli di simulazione degli impatti assicurativi;
     
  • Sandy ha dimostrato di essere un evento dalle caratteristiche talmente eccezionali da non poter essere valutato validamente dai modelli esistenti,  a causa della mancanza di serie storiche.

L’impatto economico complessivo provocato da Sandy è oggi valutato in 72 miliardi di dollari (54,9 miliardi di euro). Gli autori del rapporto quantificano in 30 miliardi di dollari (22,9 miliardi di euro) la quota a carico del settore assicurativo, includendo anche circa 7,2 miliardi di dollari (5,5 miliardi di euro) di competenza del Fondo pubblico statunitense per le alluvioni (NFIP).

Tali numeri fanno di Sandy l’uragano che, in termini di danni provocati, è secondo solo a Katrina (2005).