Panorama Assicurativo Ania

🇪🇺 Banca, Impresa di assicurazione, Mercato Unico

L’IMPATTO DELLA CRISI SUL PROCESSO DI INTEGRAZIONE DEI MERCATI BANCARI E ASSICURATIVI IN EUROPA

Post-Crisis Reversal in Banking and Insurance Integration: An Empirical Survey Economic Papers n. 496, April 2013

Dirk Schoenmaker


EUROPEAN COMMISSION, DIRECTORATE GENERAL FOR ECONOMIC AND FINANCIAL AFFAIRS
http://ec.europa.eu


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Summary for non-specialists


L’integrazione finanziaria a livello europeo ha subito un improvviso rallentamento a seguito della crisi finanziaria del 2007-2009 e della necessità, da parte delle autorità nazionali, di intervenire per il salvataggio di numerose istituzioni finanziarie del vecchio Continente.

Si è così interrotto, di fatto, il processo di integrazione che aveva subito un’accelerazione a partire dal 1999, anno di avvio dell’Unione monetaria. La ragione è da attribuire al cosiddetto “Trilemma finanziario”, secondo il quale è possibile perseguire contemporaneamente solo due dei tre obiettivi di una politica finanziaria a livello internazionale:

  • mantenere la stabilità finanziaria globale;
  • incentivare l’ integrazione transfrontaliera;
  • conservare la competenza nazionale sulle politiche finanziarie.

I governi europei, prima della crisi, hanno perseguito il secondo e il terzo obiettivo, sacrificando quello della stabilità finanziaria europea.

Lo studio qui segnalato, pubblicato nella collana ufficiale dell’Unione Europea Economic Papers, analizza, sulla base di dati empirici, il livello di integrazione post-crisi del settore bancario e assicurativo comunitario.

L’integrazione bancaria, successivamente alla crisi, è diminuita in particolar modo nei paesi del Centro, dell’Est e del Sud-Est Europa, nonché nei paesi cosiddetti “periferici” (Portogallo, Irlanda e Grecia).

Tuttavia, sulla base dei dati relativi alle prime 30 banche e alle prime 25 assicurazioni a livello continentale, si dimostra che l’attività transfrontaliera rimane molto importante. Le prime 30 banche realizzano il 23% della loro attività nel resto d’Europa e il 24% fuori dall’Europa, mentre le prime 25 assicurazioni risultano ancora più internazionalizzate: il 31% del giro d’affari è in Europa e il 26% nel mondo.

Per riuscire a perseguire il primo e il secondo obiettivo ( la stabilità e i vantaggi del mercato finanziario integrato) è necessario, secondo gli autori, creare istituzioni di vigilanza a livello sovranazionale, come previsto ad esempio dal progetto di unione bancaria.

C’è però il rischio, conclude il paper, di creare un sistema a due livelli, in cui alcuni paesi siano parte dell’Unione europea ma non dell’unione bancaria, creando una situazione di contraddizione rispetto agli obiettivi del mercato unico.