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WORLD ECONOMIC FORUM: “GLOBAL RISK 2013”. QUALI RISCHI PIÙ IMPORTANTI PER IL FUTURO?

Global Risks 2013, Eighth Edition (Insight Report)

L. Howell (Editor in Chief)


WEF – World Economic Forum - in collaborazione con: Swiss Re, Zurich Insurance Group, Marsh and McLennan, University of Pennsylvania (Wharton Center for Risk Management), University of Oxford (Oxford Martin School), University of Singapore
http://www3.weforum.org/


Link al REPORT


 

Il World Economic Forum (WEF), organizzazione internazionale di cui fanno parte rappresentanti del mondo economico e istituzionale, ha pubblicato Global Risks 2013, il report annuale - basato su un sondaggio tra più di 1.000 esperti – dedicato ai rischi che, su scala globale, caratterizzeranno i prossimi anni.

Il rischio ritenuto di più probabile manifestazione nei prossimi dieci anni è quello di un’ampia diseguaglianza nella distribuzione del reddito, mentre quello ritenuto in grado –  qualora si verificasse – di avere il maggiore impatto è una crisi finanziaria sistemica a livello globale.

Altri due rischi, secondo il report del WEF, sono caratterizzati sia da elevato impatto potenziale sia da alta probabilità di accadimento: il rischio di squilibri strutturali nei bilanci pubblici e una crisi nella disponibilità di acqua potabile.

Global Risks 2013 illustra anche l’impatto di tre scenari, elaborati in base all’analisi dei risultati dell’indagine.

Il primo scenario indaga sulla capacità di far fronte a uno shock contemporaneo di tipo macroeconomico e di tipo ambientale.

Il secondo scenario è relativo alla diffusione di informazioni errate in un mondo che è sempre più interconnesso.

Il terzo scenario è relativo ai rischi derivanti dalle mutazioni batteriche, cui l’evoluzione della scienza medica potrebbe non essere in grado di far fronte.

Lo Special Report dell’edizione 2013 di Global Risks è dedicato alle misure che un paese dovrebbe adottare per far fronte a rischi che vanno oltre la sua capacità di controllo. Ne viene tratto uno strumento diagnostico per valutare la “resilience” nazionale di fronte a rischi globali.