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LONGEVITÀ: LE CONDIZIONI PER IL SUCCESSO DI UN MERCATO PER IL TRASFERIMENTO DEL RISCHIO

How to Start a Capital Market in Longevity Risk Transfers Discussion Paper PI-1207

David Blake, Enrico Biffis


PENSIONS INSTITUTE
http://www.pensions-institute.org


Link al Working Paper


 

In base alle ultime rilevazioni disponibili, l’ammontare complessivo dell’esposizione delle imprese del settore privato al rischio di longevità è stimabile, a livello mondiale, in 25.000 miliardi di dollari.

Nel 2006 è stato avviato, nel Regno Unito, un mercato per il trasferimento del rischio di longevità a carico dei fondi pensione delle aziende britanniche. Dal 2010, il mercato è diventato internazionale, con trasferimenti del rischio effettuati in Olanda, Stati Uniti e Canada. Tuttavia, il valore totale dei trasferimenti è ancora molto contenuto e pari a solo 100 miliardi di dollari, con un ruolo prevalente svolto da compagnie di assicurazione e riassicurazione. Considerato che la capacità di assorbimento del rischio di longevità da parte della industria assicurativa e riassicurativa mondiale è assolutamente insufficiente a coprire l’esposizione complessiva, promuovere un corretto sviluppo del mercato per il trasferimento del rischio in questione si rivela indispensabile.

Il paper illustra quali caratteristiche dovrebbe avere un mercato efficiente per il rischio di longevità, valutando le tipologie di prodotti finanziari che meglio si prestano a rendere possibile questo trasferimento.

Gli autori identificano, anzitutto, i possibili partecipanti al mercato del rischio di longevità (imprese, fondi pensione, assicuratori, investitori) e il loro grado di informazione sul rischio stesso.

Il problema principale che occorre affrontare per avviare un mercato di questo tipo è quello delle asimmetrie informative, per cui il cedente il rischio e/o colui che fornisce protezione contro il rischio stesso (ossia che rende possibile la cartolarizzazione), detiene un grado di informazione più elevato rispetto a ogni altro potenziale investitore nel mercato.

Per gli autori, la strada per superare i problemi di asimmetria informativa è quella di emettere bond strutturati in modo da fugare i timori degli investitori di avere meno informazioni rispetto agli emittenti.

Si tratterebbe di puntare su bond in cui l’emittente conserva parte del rischio e copre solo la punta estrema del rischio stesso.
Per ridurre il costo delle coperture, si dovrebbe realizzare il più possibile un pooling o un’aggregazione delle esposizioni al rischio.

A un modello simile, conclude il paper, sono ispirati i Vita bond, emessi da Swiss Re per coprire le punte estreme del rischio di mortalità.