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LA RIFORMA DEI PRINCIPI CONTABILI ASSICURATIVI: UN BICCHIERE MEZZO PIENO O MEZZO VUOTO? SIGMA-SWISS RE

Insurance Accounting Reform: a glass half empty or half full? SIGMA, 6/2012


Swiss Re
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All’importante tema della definizione degli standard contabili internazionali per il settore assicurativo è dedicato l’ultimo numero di Sigma-Swiss Re. Gli autori evidenziano che: • sono stati compiuti progressi significativi sui nuovi standard contabili assicurativi, ma alcuni aspetti fondamentali devono ancora trovare soluzione; • il calendario per l’introduzione dei nuovi principi è destinato ad essere ritardato; • le previsioni di una convergenza in tempi brevi verso standard globali non sono ottimistiche; • l’avvicinamento dei principi a una visione economica è un miglioramento importante, ma è necessario comunque un maggior livello di trasparenza nell’informativa contabile.

 

L’ultimo numero di SIGMA –  periodico curato da Swiss Re  –  è dedicato alla riforma dei principi contabili per il settore assicurativo e al lungo e complesso dibattito che, ormai da tempo, accompagna il processo.

Secondo gli autori, la riforma proposta può contribuire a migliorare l’informativa e la trasparenza nel settore. E’ necessario, tuttavia, che gli standard proposti siano integrati con alcuni strumenti che possano fornire agli stakeholder una misurazione più chiara e concisa di alcune grandezze economiche proprie dell’attività assicurativa.

Due organismi internazionali sono ormai da più di un decennio impegnati nell’elaborazione di nuovi standard contabili relativi ai contratti di assicurazione: lo IASB (International Accounting Standards Board) e – per quanto riguarda gli Stati Uniti – il FASB (Financial Accounting Standards Board).

Nel settembre scorso, la IASB ha deciso di chiedere all’industria ulteriori feedback sul progetto fin qui elaborato. Si tratta – secondo gli autori – di un atteggiamento realistico che, d’altra parte, comporta che i nuovi standard contabili difficilmente potranno essere emanati prima del 2016.

L’attività assicurativa presenta numerose peculiarità, che rendono particolarmente complessa la valutazione delle passività e la misurazione delle componenti reddituali.

Un’importante criticità sta nel fatto che i cash-flows derivanti dai contratti assicurativi sono difficili da stimare in anticipo. Se, per esempio, si considerano rischi come quelli dell’assicurazione auto, le passività sono abbastanza facili da misurare. Se invece si considerano prodotti più complessi, con impegni che si protraggono per numerosi anni, la questione diventa molto più delicata.

Con l’obiettivo di migliorare la comparabilità internazionale del reporting assicurativo, gli “standard setters” hanno progressivamente esteso l’applicazione di metodi di misurazione basati su criteri market-consistent.

Se questo contribuisce, da un lato, a rendere maggiormente esplicito il costo economico delle garanzie assicurative, dall’altro aumenta la volatilità dei bilanci delle imprese, rischiando di accrescere il costo del capitale e costituire, per tale via, uno svantaggio competitivo.

Secondo gli autori, bisogna evitare un aumento eccessivo del costo del capitale, incoraggiando tuttavia gli assicuratori a esplicitare meglio gli elementi di incertezza connessi alle poste dell’attivo e del passivo di bilancio.