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🇮🇹 Risparmio, rischio

LA TOLLERANZA AL RISCHIO DEI RISPARMIATORI ITALIANI: I QUESTIONARI SONO IN GRADO DI MISURARLA? PAPER CONSOB

La rilevazione della tolleranza al rischio degli investitori attraverso il questionario Discussion Paper n. 4, luglio 2012

Nadia Linciano, Paola Soccorso


CONSOB-Commissione Nazionale per le Società e la Borsa
www.consob.it


Link al Discussion Paper


 

La Consob ha pubblicato uno studio, nella collana Discussion Paper, sulla rilevazione della propensione al rischio degli investitori. Lo studio è stato presentato nell’ambito di un convegno organizzato a Roma lo scorso 23 novembre.

La rilevazione della tolleranza al rischio degli investitori da parte degli intermediari è un tema cruciale sia per i regolatori sia per l’industria dei servizi finanziari.

Lo studio mette a confronto un campione delle diverse tipologie di questionari attualmente utilizzati dagli intermediari finanziari per descrivere il profilo della clientela; ne valuta sia gli aspetti procedurali, connessi con la loro strutturazione e modalità di somministrazione, sia i contenuti e i profili di comprensibilità alla luce della letteratura economica e psicologica.

Emerge dall’analisi dei questionari in uso un generale disallineamento sia rispetto ai principi teorici sia rispetto alla normativa stabilita dalla MiFid.

In particolare, le maggiori criticità sono relative alle domande sull’esperienza di investimento, la cui valutazione è esclusivamente basata su un giudizio soggettivo dell’intervistato e con poca attenzione a verificare la reale conoscenza di concetti fondamentali quali rendimento atteso e rischio o diversificazione del portafoglio. Inoltre, la misurazione dell’atteggiamento verso il rischio si confonde spesso con l’individuazione del profilo temporale  e con le finalità dell’investimento.

Per quanto riguarda, infine, l’aspetto linguistico e testuale dei questionari, molto spesso le domande risultano non univoche e contenenti termini tecnici di difficile comprensione. In particolare, la rilevazione dell’attitudine verso il rischio manca di quegli accorgimenti stilistici e lessicali che, secondo la finanza comportamentale, consentono di evitare risposte condizionate da eventuali limiti cognitivi e comportamentali del cliente.

C’è da aggiungere tuttavia, concludono gli autori, che analoghe manchevolezze sono state riscontrate dalle Autorità di vigilanza di altri paesi europei.