Panorama Assicurativo Ania

🇪🇺 Solvency II

MIGLIORARE IL SOLVENCY RATIO: DA MUNICH RE UN CONFRONTO TRA RIASSICURAZIONE E STRUMENTI DEL MERCATO FINANZIARIO

Cost of capital under Solvency II. Reinsurance and capital market instruments

Tian Zhou-Richter, Norbert Kuschel


MUNICH RE
http://www.munichre.com/


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 Con l’entrata in vigore di Solvency II, il cosiddetto Solvency ratio  - ossia il rapporto fra i fondi propri (il patrimonio disponibile) e il requisito patrimoniale (Solvency Capital Requirement-SCR) diventerà l’indicatore fondamentale della capacità di un’impresa assicuratrice di far fronte ai rischi della sua attività.

L’articolo di Munich Re pone a confronto due metodologie basilari a disposizione di un’impresa che voglia aumentare il suo Solvency ratio: la riassicurazione e il ricorso a strumenti del mercato dei capitali.

Le due menzionate soluzioni, in realtà, non esauriscono la gamma degli strumenti disponibili per migliorare il Solvency ratio. Ad esempio, si può pensare di ridurre il SCR:

  • modificando le politiche di investimento per ridurre il rischio di mercato;
     
  • riducendo il tasso di crescita nei nuovi business assicurativi;
            
  • migliorando la diversificazione del business;
     
  • abbandonando linee o unità di business altamente rischiose;
      
  • spostandosi da prodotti assicurativi capital-intensive verso prodotti a minore assorbimento di capitale.

Un’ulteriore strada percorribile, più di breve termine, è costituita da modifiche alla politica dei dividendi agli azionisti.

Le azioni sopra menzionate, tuttavia – con l’eccezione della prima –, non possono essere realizzate nel breve termine senza produrre effetti negativi sulla posizione di mercato dell’impresa.

Gli autori si concentrano, dunque, su un confronto dei costi relativi, da un lato, al ricorso alla riassicurazione e, dall’altro,  all’emissione di prestiti subordinati.

Formulano, inoltre, alcune considerazioni comparative su aspetti qualitativi che differenziano i due strumenti, come la capacità di assorbire le perdite inattese, la volatilità degli spread (nel caso dei subordinati) e l’impatto sui mezzi propri.