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FMI “GLOBAL FINANCIAL STABILITY REPORT” DI AUTUNNO 2012: UN QUADRO A LUCI ED OMBRE

Global Financial Stability Report (Oct. 2012)


IMF – INTERNATIONAL MONETARY FUND
http://www.imf.org/


PAGINA DI PRESENTAZIONE: Restoring Confidence and Progressing on Reforms

REPORT - "Summary Version"


 

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato il Global Financial Stability Report di autunno, pubblicazione semestrale che fa il punto sul grado di stabilità del sistema finanziario mondiale.

Secondo gli autori, l’area dell’euro rimane la principale fonte di rischio per la stabilità dei mercati finanziari. La percezione dei rischi “tail” dell’uscita di una o più economie dall’Unione monetaria è aumentata di recente e, conseguentemente, si è verificato uno spostamento di capitali da alcune di queste economie (Spagna e Italia, ad esempio), il che ha contribuito a tenere elevato lo spread del debito sovrano di tali paesi.

Secondo il Fondo, si sta determinando una frammentazione dei mercati del vecchio continente che rischia di mettere in crisi le fondamenta stesse dell’Unione monetaria.

I diversi interventi della Banca Centrale Europea (a inizio anno e a luglio-settembre 2012) sono stati, tuttavia, essenziali nel ridurre la volatilità dei mercati e le preoccupazioni degli investitori.

A questo stadio della crisi, secondo l’FMI, si rivela ancor più indispensabile cercare di attuare in maniera completa alcune misure essenziali, quali il consolidamento fiscale, le riforme strutturali per promuovere la crescita, la riduzione degli squilibri commerciali e la ristrutturazione dei sistema bancario. Elemento centrale sarà, comunque, il completamento del progetto di un’unione bancaria  europea.

Le due grandi economie verso le quali si è diretta gran parte dei capitali “fuggiti” dall’area euro sono gli Stati Uniti e il Giappone.  Questi ingenti flussi finanziari hanno portato i tassi di interesse a un livello eccezionalmente basso. Anche in queste economie, rimangono, tuttavia, gravi problemi che si traducono in dinamiche del debito pubblico e privato difficilmente sostenibili nel medio termine.