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🇮🇹 Risparmio

GLI ITALIANI E IL RISPARMIO, TRA CRISI E NUOVE PRIORITA’: INDAGINE CENTRO EINAUDI-INTESA SANPAOLO

Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2012 – Le difficoltà del risparmio e le nuove priorità delle famiglie

Giuseppe Russo (a cura di)


Centro di Ricerca e Documentazione “Luigi Einaudi” - gruppo Intesa Sanpaolo
http://www.centroeinaudi.it/


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Sintesi dello studio

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 Lo studio in esame  è frutto di un progetto di collaborazione Centro Einaudi-Intesa Sanpaolo e si basa sui risultati di un sondaggio Doxa (effettuato tra gennaio e febbraio 2012), che ha coinvolto 1.053 capifamiglia - titolari di conti correnti bancari o postali -  più 402 baby boomers (ossia i nati tra il 1951 e il 1976). Il campione è rappresentativo per fasce di età, titolo di studio, professione e area geografica e permette confronti temporali dal 1983 a oggi grazie anche alle serie storiche di dati tratti dal “Rapporto sul risparmio e sui risparmiatori in Italia” (condotto da Centro Einaudi/BNP Paribas dal 1984 al 2009).

Gli effetti della crisi hanno influito negativamente sul tenore di vita e sulla capacità di risparmio degli italiani, soprattutto fra i ventenni (-21,4 punti rispetto al 2011), le donne (-8,9), gli esercenti e gli artigiani (-10,3%). Un intervistato su otto dichiara di disporre di un reddito del tutto insufficiente a mantenere il proprio tenore di vita; solo il 15,2% degli intervistati ha invece indicato di non aver subito alcuna conseguenza dall’impatto della crisi. Nonostante le rinunce effettuate, il 46,2% del campione ha intaccato i propri risparmi e il 24,3% si è impegnato alla ricerca di una fonte di reddito integrativa (solo il 6,7% del campione – un caso su tre – ci è effettivamente riuscito).

La quota dei “non-risparmiatori”, pari al 61,3% (contro 52,8% nel 2011), raggiunge nel 2012 il massimo storico. In maggiore difficoltà sono i ventenni (69,4%), i residenti nel Meridione (67,5%) e nei grandi agglomerati urbani (66,7%), le famiglie con reddito inferiore a 1.600 euro mensili (77,3%). Cala ulteriormente, come è logico aspettarsi, la media ponderata della propensione al risparmio: 4,1% nel 2012 (contro 4,2% nel 2011 e 7,2 nel 1994).

Le motivazioni del risparmio, per effetto della crisi, tendono a modificarsi: se cala –  al 5,5% nel 2012  – l’interesse per il risparmio finalizzato all’acquisto della casa (contro il 25,7% del 1994 e il 12,7% del 2011), aumenta la motivazione al risparmio per trasferire ricchezza ai figli o pagare loro gli studi. In (lenta) crescita anche l’interesse nei confronti del risparmio a fini previdenziali (12,8% nel 2012, contro 9,3% nel 2005).

Quanto agli impieghi, risultano preferite le soluzioni che consentono di salvaguardare il patrimonio versato (53,2%). Il 21,7% degli intervistati è in possesso di obbligazioni, investimento preferito dai piccoli risparmiatori e strumento finanziario che soddisfa la maggior parte degli investitori (73,7%). Gli investitori in azioni sono il 12,5% del campione; chi si serve del risparmio gestito (10,9%) – soprattutto tra i “nuovi sottoscrittori”  –  effettua tale scelta per “affidare i propri risparmi a esperti” (27%) e per tentare di “ridurre i rischi legati agli investimenti” (26,1%);  il settore, tuttavia, ha risentito delle oscillazioni dei mercati. La percentuale di coloro che detengono in forma liquida almeno metà delle proprie disponibilità finanziarie passa dal 9,3% al 12,3%.

La casa di proprietà è una realtà per il 77,1% del campione: la percentuale è elevata anche tra i ventenni (52,8%), grazie all’aiuto dei genitori. L’8,9% degli intervistati ha acquistato casa negli ultimi 12 mesi e il 21,7% sta rimborsando un  mutuo.

Un particolare approfondimento è stato dedicato ai baby boomers: sono laureati in un caso su cinque, hanno – in media – 1,3 figli a carico, l’83,1% dispone di un reddito da lavoro (più quello del coniuge o convivente, 45,8), il 17,6% ha sottoscritto uno strumento previdenziale. L’8,2% risulta in pensione. La priorità di questi “risparmiatori” (39,9%) è costituita dall’assicurare il futuro dei figli, mentre il 60,1% non risparmia.