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Pensioni

“PENSIONS OUTLOOK 2012” OCSE: ESSENZIALI AUMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE E SVILUPPO DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

OECD – Pensions Outlook 2012

OECD – Organisation for Co-operation and Economic Development


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La prima edizione dell’ “OECD Pensions Outlook 2012”, pubblicata lo scorso 11 giugno, effettua un’analisi della rapida metamorfosi che caratterizza il panorama pensionistico internazionale negli attuali “tempi di crisi”. Pone l’accento sulla definizione di meccanismi automatici di regolazione, sui percorsi di riforma dei sistemi pensionistici mitteleuropei e dell’Europa orientale, sulla copertura dei sistemi di previdenza complementare e sulle garanzie dei piani pensionistici a contribuzione definita (DC Plans, in riferimento ai quali il Rapporto conclude con una policy roadmap).

Dal Rapporto emerge chiaramente la necessità, da parte di molti Governi dei paesi OCSE, di elevare gradualmente l’età pensionabile per contrastare gli effetti del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’aumento della speranza di vita (stimato, per  le economie avanzate, in più di sette anni nell’arco dei prossimi cinque decenni).

Gli autori rilevano che le riforme attuate negli ultimi 10 anni hanno ridotto le prestazioni pensionistiche pubbliche del 20-25%. Chi attualmente si appresta a entrare nel mondo del lavoro potrà contare, nella media dei paesi OCSE, su un reddito pensionistico pari alla metà della retribuzione lavorativa netta; tuttavia, in quasi tutti i 13 paesi OCSE che hanno reso obbligatoria la previdenza integrativa, i lavoratori in quiescenza potranno contare su prestazioni pari a circa il 60% della retribuzione.

Per promuovere la previdenza complementare può  rivelarsi utile attuare programmi di “accesso automatico” (auto-enrolment),  come è già accaduto - ad esempio - in Italia e in Nuova Zelanda (anche nel Regno Unito a partire da ottobre 2012). E’ inoltre necessario alleggerire il carico fiscale che grava sui prodotti previdenziali assicurativi e fornire adeguati incentivi: tale programma è già stato attuato in Nuova Zelanda (KiwiSaver) e in Germania (Riester-Rente).

Riveste particolare importanza l’innalzamento del livello contributivo minimo dei fondi a contributi definiti (DC-Plans), a una soglia tale da garantire un reddito decoroso nel periodo di pensionamento: l’Australia si è mossa nella giusta direzione, sottolinea il Rapporto, con un innalzamento dell’aliquota contributiva dal 9% al 12%.

Da ultimo, il Rapporto sottolinea gli aspetti critici legati al rischio di investimento, agli effetti della crisi finanziaria internazionale e al fatto che molti fondi siano “in rosso”: è urgente un ripensamento delle strategie di investimento, così da ridurre il rischio all’approssimarsi dell’età pensionabile dei partecipanti ai piani. Tali strategie di life-cycle investment necessitano di precisa regolamentazione, al fine di assicurare ai lavoratori sufficiente diversificazione e protezione dagli shock di mercato in età avanzata.