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🌎 Calamità naturali

PROPOSTE PER LA RIDUZIONE DEL COSTO ECONOMICO E SOCIALE DELLE CALAMITÀ NATURALI

Policy Options for Reducing Losses from Natural Disasters - Maggio 2012

Howard Kunreuther; Erwann Michel-Kerjan


University of Pennsylvania, The Wharton Operations and information management department
http://opim.wharton.upenn.edu


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Gli autori dello studio partono dalla considerazione che il verificarsi di una calamità naturale (terremoto, uragano, inondazione) può avere un peso diverso – a parità di intensità – a seconda che esso  colpisca un paese a economia  avanzata o  un paese in via di sviluppo.

I dati sulla frequenza e sulla localizzazione di determinati eventi distruttivi evidenziano una forte concentrazione di tali eventi nelle aree povere del mondo; gli impatti che questi eventi producono sul tessuto economico locale si rivelano estremamente lesivi  per l’economia di un paese in via di sviluppo.

La concentrazione di caratteristiche quali scarso sviluppo economico, dimensioni territoriali ridotte, forte concentrazione di aree densamente popolate/economicamente rilevanti sono tutti elementi che aumentano la vulnerabilità di un Paese nei confronti di eventi naturali distruttivi: nell’eventualità di una calamità naturale, infatti, di norma accade che le scarse risorse economiche disponibili vengano distolte dallo sviluppo per essere investite nella ricostruzione (il caso recente più eclatante è quello del sisma  che ha colpito Haiti nel 2010).

Nonostante la vera e propria “impennata” dei costi  - economici ed assicurativi - derivanti dalle catastrofi naturali su scala mondiale (da 528 miliardi di dollari USA nel decennio 1981-1990 si passa a 1.213 miliardi nel decennio 2001-2010, secondo dati Munich Re), le conoscenze della reale esposizione al rischio catastrofale  globale sono piuttosto limitate.

In  questo senso, un considerevole apporto positivo potrebbe derivare dallo sviluppo di modelli probabilistici (probabilistic CAT-models), che gli autori utilizzano per intraprendere un lavoro di valutazione del rischio e una serie di analisi costi-benefici, il tutto finalizzato alla predisposizione di:

  • misure e interventi per la riduzione del rischio;
  • strumenti finanziari in grado di favorire uno sforzo di ripresa sostanzialmente autonomo (senza eccessivo ricorso a finanziamenti esteri) delle zone colpite dagli eventi catastrofali. In questo senso, un ruolo fondamentale è quello riservato all’industria assicurativa e agli strumenti di trasferimento alternativo del rischio.

Secondo gli autori, un piano globale di intervento per la prevenzione dei danni da calamità naturali nei paesi meno sviluppati  potrebbe generare, worldwide, notevoli riduzioni negli impatti degli eventi catastrofali.

Le principali caratteristiche del piano potrebbero essere le seguenti:

  • un investimento di 75 miliardi di dollari (59,6 miliardi di euro);
  • il sistematico impiego di risorse – eventualmente provenienti dall’estero - per la  riduzione del rischio catastrofale “ex-ante” (evitando il consueto, eccessivo focus su azioni “ex-post” per fronteggiare l’emergenza);
  • il passaggio di know-how dai paesi ad economia avanzata verso quelli economicamente più fragili, per sostenere, presso questi ultimi, la realizzazione di concrete misure di riduzione del rischio di calamità naturale;
  • attiva cooperazione per lo sviluppo di  nuove tecnologie “ad-hoc”, di economie di scopo  e di scala per evitare le conseguenze di eventuali default dovuti agli effetti delle calamità naturali sulle economie dei paesi a rischio.