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🇪🇺 Crisi finanziaria, Debito pubblico

UNO SPREAD SI AGGIRA PER L’EUROPA. PAPER BCE SULLA CRISI DEL “SOVEREIGN DEBT” NELL’AREA EURO

The euro area sovereign debt crisis safe haven, credit rating agencies and the spread of the fever from Greece, Ireland and Portugal – Working Paper n. 1419, febbraio 2010

Roberto A. DE SANTIS


EUROPEAN CENTRAL BANK
www.ecb.int


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A partire dall’intensificazione della crisi finanziaria nel settembre 2008, dopo il fallimento della banca americana Lehman Brothers, il differenziale dei rendimenti a lungo termine dei titoli di Stato dell’area euro rispetto ai Bund tedeschi ha iniziato ad ampliarsi (dopo un periodo decennale di stabilità su livelli molto contenuti). Nell’ottobre 2009, l’esplodere della crisi greca ha rafforzato la tendenza al rialzo, dando origine alla più significativa sfida per l’unione monetaria europea dalla sua creazione.

Il Working Paper della Banca Centrale Europea (BCE), di febbraio 2012, intende determinare, sulla base dell’analisi dell’andamento giornaliero degli spread nel periodo 1° settembre 2008 – 4 agosto 2011, quali sono state le principali determinanti di ampliamento degli spread nell’area euro.

Sulla base di un’analisi di correlazione e regressione lineare, emerge che le tre principali determinanti dell’allargamento dello spread sono state:
1. un fattore di rischio aggregato di tipo “regionale”;
2. una componente di rischio di credito “country-specific”;
3. l’effetto di spillover della crisi della Grecia.

L’aumento dell’avversione al rischio è alla base della crescente domanda di Bund tedeschi, che ha contribuito a determinare l’andamento dei differenziali in tutta l’area euro, incluse Austria, Finlandia e Olanda.

Per quanto riguarda Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, hanno svolto un ruolo importante fattori di rischio “country-specific”, tradottisi in un deterioramento del relativo “credit rating”.

I diversi downgrade del rating della Grecia, infine, hanno contribuito all’aumento degli spread per i paesi con i conti pubblici meno in ordine, ossia Irlanda, Portogallo, Italia, Spagna, Belgio e Francia.

Per interrompere l’effetto contagio, si segnala nel paper, è necessario intervenire su fattori quali la probabilità di default del debito sovrano e la liquidità del mercato primario dei titoli di Stato.