Panorama Assicurativo Ania

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IL TRASFERIMENTO OTTIMALE DEL RISCHIO NEI GRUPPI ASSICURATIVI: IMPLICAZIONI IN TERMINI DI SOLVIBILITA’ E DI CAPITAL ALLOCATION

Optimal risk transfers in insurance groups

Vali Alexandru Asimit, Alex Badescu, Andreas Tsanakas


SSRN – Social Science Research Network
http://ssrn.com


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Il paper offre un contributo, da un lato, alla letteratura economica sui gruppi assicurativi, esaminando le implicazioni, in termini di efficienza di impiego del capitale e di tutela degli assicurati, dei trasferimenti di rischio infragruppo e, dall’altro, agli studi in materia di disegno ottimale dei contratti assicurativi, identificando i trasferimenti ottimali di rischio in contesti in cui le preferenze sono guidate dalle diverse misure di rischio.

Gli autori evidenziano che il trasferimento ottimale del rischio in presenza di criteri valutativi basati sul “cost of capital” implica la cessione delle punte di rischio estreme alle entità del gruppo che sono soggette a un regime di vigilanza più debole. In particolare, possono essere sfruttate le differenze che esistono tra regimi di vigilanza che si basano sul VaR e quelli che si basano sull’Expected Shortfall come misure di rischio, trasferendo le “code” dei rischi alle entità del gruppo vigilate in regimi fondati sul VaR.

Se il rischio di credito che deriva dai trasferimenti infragruppo non è riflesso pienamente nei requisiti patrimoniali, l’efficacia nell’impiego del capitale a livello di gruppo è raggiunta a scapito del livello di sicurezza per gli assicurati. Se, invece, i requisiti patrimoniali riflettono pienamente il rischio di credito, questo tipo di problematica non emerge.

Secondo gli autori, dunque, è cruciale che la regolamentazione preveda, nella determinazione dei requisiti patrimoniali, un trattamento corretto del rischio di credito connesso a trasferimenti intragruppo.

Nello specifico, quando le punte estreme di rischio sono trasferite da un’impresa a un’altra appartenente allo stesso gruppo, occorre che l’alta correlazione tra la perdita lorda della cedente e la possibilità di insolvenza della controllata, così come il basso “recovery rate”, siano tenuti in debito conto nel calcolo dei requisiti patrimoniali.