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🇮🇹 Long-term care

PUBBLICATO IL SECONDO RAPPORTO SULLA NON AUTOSUFFICIENZA IN ITALIA

Secondo Rapporto sulla non-autosufficienza in Italia – Assistenza territoriale e cure domiciliari - novembre 2011

Angelo Lino del Favero (a cura di)


Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
www.lavoro.gov.it/


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Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato, lo scorso mese di novembre, il “2° Rapporto sulla non-autosufficienza in Italia – Assistenza territoriale e cure domiciliari”.
Il documento descrive la dimensione del problema su scala nazionale, approfondisce gli aspetti sociali e sanitari che ne conseguono (particolare attenzione, in tal senso, viene dedicata alle “reti assistenziali” e ai servizi di cura domiciliare) e sottolinea l’urgenza di una rivisitazione complessiva - in ambito nazionale, regionale e locale - della materia, al fine di meglio disciplinare non solo la dimensione socio-sanitaria e assistenziale, ma anche gli aspetti fiscali e previdenziali legati alla non-autosufficienza.
La rilevanza di quanto precede appare particolarmente chiara se si fa riferimento – come avviene nel Rapporto – alle stime dell’OMS: nel 2050 “ci saranno molti più nonni che nipoti”, gli “over 60” passeranno da 650 milioni a 2 miliardi di individui e, a partire dal 2020, il volume della popolazione anziana in Europa sarà superiore a quanto i sistemi sanitari nazionali potranno finanziariamente sostenere.
L’Italia, in particolare, risulta essere uno dei Paesi europei con il maggior indice di invecchiamento, il che determinerà una crescita esponenziale delle spese di cura nel prossimo futuro.

In riferimento alla realtà italiana, nel rapporto viene indicata la necessità di definire una “cornice” nazionale delle politiche socio-sanitarie (PSN 2011 – 2013), come pure di realizzare una maggior integrazione tra soggetti istituzionali (Regioni – ASL – Comuni) e tra pubblico e privato non profit, in una prospettiva di promozione della “sussidiarietà orizzontale”.
Si invita, inoltre, a riformare i “Livelli Essenziali di Assistenza” (LEA), dedicando maggiore spazio, ad esempio, alle cure domiciliari e alla figura del “care-giver familiare”. Si auspica anche una riforma dell’indennità di accompagnamento, che attualmente rappresenta una buona metà della spesa pubblica (erogata dall’INPS) per la “Long-Term Care”.
La riforma dovrebbe essere realizzata secondo una prospettiva di trasferimento alle Regioni delle competenze in materia, “per traslare”, nella dimensione più vicina al cittadino, l’integrazione tra apporti monetari e servizi assistenziali erogati dal soggetto pubblico.

Un altro aspetto rilevante evidenziato nel Report è quello della “sostenibilità” del sistema, ovvero quello dell’equilibrio tra le risorse disponibili e i bisogni dell’anziano non autosufficiente. E’ un aspetto che risulta legato a diverse determinanti:
a) l’efficienza, l’efficacia e l’appropriatezza dei servizi pubblici e privati di assistenza. Necessità primaria è quella di colmare le diseguaglianze territoriali che ancora caratterizzano l’offerta dei servizi: in questo senso, il rapporto analizza nel dettaglio l’intera “filiera” sanitario-assistenziale;
b) lo sviluppo del secondo pilastro, in particolare i fondi sanitari integrativi, con incentivi per la destinazione di specifiche quote di spesa alla coperture del rischio di non-autosufficienza;
c) l’introduzione di forme di compartecipazione alla spesa, in particolare nell’ambito della “home care”, secondo principi di equità e di “best practices”;
d) la promozione di sane abitudini di vita e del principio di “invecchiamento attivo”.

Il Rapporto affronta, infine, la delicata questione del ruolo familiare nei percorsi assistenziali legati alla Long-Term Care e sottolinea l’apporto delle nuove tecnologie (ad esempio, la “telemedicina”) alla continuità assistenziale (anche grazie alla possibilità di monitorare a distanza le condizioni del paziente).