Panorama Assicurativo Ania

Fondi pensione, Investimenti

OCSE: GLI INVESTIMENTI DEI FONDI PENSIONE NEL SETTORE DELLE INFRASTRUTTURE. UN CONFRONTO INTERNAZIONALE

“Pension funds investment in infrastructure. A Survey”

Raffaele Della Croce, Barrie Stevens, Pierre-Alain Schieb – OECD International Futures Programme


OECD – Organisation for Co-operation and Economic Development
http://www.oecd.org/


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Lo studio in esame è parte di una specifica iniziativa OCSE (“Project on Infrastructure to 2030”) avviata nel 2006, promossa dalla sempre più evidente necessità di maggiori investimenti nel settore delle infrastrutture (telecomunicazioni, elettricità, risorse idriche, trasporti), con un ruolo più pronunciato degli investitori istituzionali (tra cui i fondi pensione), considerati gli strumenti più idonei per colmare l’ “infrastructure gap” esistente.
La recente crisi economica ha contribuito a ridurre gli investimenti pubblici e ad ampliare tale “gap”, così evidenziando in maggior misura gli svantaggi legati a uno scarso sviluppo delle infrastrutture (rallentamento della crescita economica, perdita di competitività nel confronto internazionale, diminuzione della produttività e dell’occupazione ne sono alcuni esempi). Nel contempo, le pressioni sulla liquidità rendono difficile ottenere credito dal settore privato bancario.

Nonostante gli effetti della crisi, le prospettive di sviluppo degli investitori istituzionali sembrano mantenersi positive, specialmente in quei paesi caratterizzati da un’industria assicurativa e dei fondi pensione ancora di dimensioni modeste. Lo sviluppo degli investimenti socialmente responsabili (SRI), inoltre, ha determinato la crescita della domanda di “green infrastructure” (ne sono esempio i progetti legati alle energie rinnovabili), soprattutto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Irlanda.
Lo studio OCSE evidenzia, tuttavia, che la recente “stretta regolamentare” post-crisi, a fini prudenziali, potrebbe generare – se attuata in misura eccessiva – un aumento consistente del costo del capitale nel lungo termine e potrebbe limitare la capacità dei fondi pensione di investire in attività “long-term” quali sono, appunto, le infrastrutture.

Nella seconda parte dello studio viene analizzata l’evoluzione degli investimenti dei fondi pensione nell’Unione Europea, negli Stati Uniti, in Canada, Australia e Corea del Sud.
Se l’UE dimostra un interesse “recente” e ancora limitato, i fondi pensione australiani sono invece attivi investitori nel settore e vantano un’esperienza decennale. Molto attivi risultano anche i fondi pensione canadesi (con quote a volte superiori al 10% del partafoglio), mentre negli Stati Uniti si sta risvegliando tra i fondi un certo interesse per l’ “infrastructure market”, dopo un passato caratterizzato da investimenti contenuti.
Quanto alla Corea, l’investimento nel settore delle infrastrutture è sempre stato considerato come “responsabilità del Governo”; a partire dagli anni ’90, tuttavia, agli investitori privati sono state aperte nuove opportunità.