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FONDI PENSIONE A PRESTAZIONI DEFINITE E CRISI GLOBALE: IMPATTI E REAZIONI

Corporate Defined Benefit Pensions Plans and the financial crisis: Impacts, and Sponsor, and Government reactions

Mark J. Warshawsky - University of Pennsylvania


PRC – Pensions Research Council, Wharton School
http://www.pensionresearchcouncil.org/


Negli Stati Uniti la crisi finanziaria del 2008-2009 ha colpito i fondi pensione aziendali a prestazioni definite (“DB-defined benefit pension plans”) proprio nel momento in cui sono entrate in vigore nuove disposizioni in materia, tra l’altro, di “funding” dei piani pensionistici (Pension Protection Act, 2006).

In conseguenza della crisi, le risorse destinate ad alimentare i piani hanno subito un considerevole declino (il “funding status” dei piani è passato da 106% nel 2007 a 77% nel 2008), mentre gli sponsor hanno ridotto l’esposizione al rischio di investimento, aumentato le contribuzioni (anche al di sopra dei limiti legali) e cambiato il profilo dei piani.
Il Governo federale è intervenuto – attraverso specifica regolamentazione – per fornire un certo “funding relief”. Ma, visto che si tratta di un “sollievo temporaneo” e le previsioni indicano il protrarsi di una condizione di tassi di interesse poco elevati, la maggior parte del “gap” rimane legato ai futuri sviluppi sui mercati finanziari.

Nel lungo termine, la maggiore consapevolezza nei confronti dei rischi di mercato –che possono influenzare sia i fondi a prestazioni definite sia i fondi a contribuzioni definite - ha portato alla proposta di un nuovo – e più flessibile – piano (sulla falsariga dei “DB-plans”: si tratta del “flexible structured plan”) e a ulteriori mutamenti sul piano regolamentare.

I mercati finanziari e le economie sono tuttora caratterizzati da un consistente grado di rischiosità e fragilità, causa di conseguente riluttanza – da parte degli sponsors – a farsi carico degli oneri legati ai rischi; d’altro canto rimane viva, nei lavoratori e nei pensionati, la domanda di “structured benefits”.
E’ necessario - sottolinea l’autore del paper - agire sul profilo dei piani affinchè essi siano in grado di suddividere il rischio tra sponsors e lavoratori in modo più equo ed efficiente, con il fine ultimo di assicurare ai lavoratori l’ingresso al pensionamento ad età appropriata e un reddito pensionabile dignitoso, il tutto mantenendo costi e oneri entro limiti ragionevoli.

Il working paper oggetto di questo approfondimento è stato pubblicato sulla pagina web del “Pensions Research Council”. Per l’accesso al documento viene richiesta una registrazione.