Panorama Assicurativo Ania

Danno ambientale, Responsabilità civile

“ENVIRONMENTAL LIABILITY DIRECTIVE” (ELD): UNA SUA EVENTUALE ESTENSIONE POTREBBE RIVELARSI CONTROPRODUCENTE?

Extending EU Environmental Liability Directive could have negative effect: Damaging consequences for insurance market of extending scope to all marine waters

CEA – Insurers of Europe


EU Commission - Proposal for a Regulation of the European Parliament and of The Council on safety of offshore oil and gas prospection, exploration and production activities - COM(2011) 688 final, 27.10.2011

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La “Environmental Liability Directive”-ELD (2004/35/EC) – in materia di responsabilità civile per i danni arrecati all’ambiente – ha dato concreta realizzazione al “Polluter Pays Principle” e ha sancito la responsabilità di chi, nello svolgimento della propria attività economica, abbia arrecato danni all’ambiente. I responsabili sono pertanto tenuti a rispondere finanziariamente del danno arrecato e a porre in essere tutte le azioni necessarie al ristoro della situazione precedente. Coloro che svolgono attività considerabili “a potenziale rischio ambientale”, parimenti, sono tenuti a porre in atto tutte le azioni preventive utili a scongiurare il pericolo nella maggior misura possibile.

La proposta di Direttiva comunitaria (dello scorso 27 ottobre), che mira a introdurre nuovi standard di sicurezza per le operazioni di estrazione di greggio e di gas “offshore”, potrebbe comportare - a parere degli assicuratori europei - effetti negativi. La proposta ha lo scopo di modificare l’applicabilità territoriale della ELD: dalle aree costiere e dalle acque territoriali interessate dal danno, come sinora previsto, essa verrebbe estesa fino a coprire tutte le acque marine sotto la giurisdizione degli Stati membri dell’Unione europea.

In proposito, il CEA ha sottolineato il rischio che tale estensione possa costituire un freno per lo sviluppo dei prodotti assicurativi destinati a coprire i rischi ambientali. Nonostante la deadline (fissata allo scorso aprile 2007) per la concreta realizzazione della ELD – puntualizza il CEA –, permangono infatti situazioni di carenza di dati sui sinistri e sui costi (preventivi e ex-post) dei rimedi e delle misure di “clean-up”; per le compagnie assicuratrici non costituisce facile impresa lo sviluppo e il pricing di prodotti per la copertura degli “ELD risks”.
Particolari carenze di dati e di capacità assicurativa, secondo il CEA, si riscontrano per i rischi legati agli impianti offshore (piattaforme petrolifere e gas): se è vero che gli incidenti sono poco frequenti, l’entità dei danni può invece risultare significativa.

Un’eventuale estensione della “Environmental Liability Directive” potrebbe costringere le imprese assicuratrici a una revisione delle polizze e – in alcuni casi – all’esclusione dei “rischi offshore”, visto che – di norma – chi assicura i rischi legati alla ELD non fornisce copertura anche per le operazioni offshore: quest’ultimo aspetto, di solito, è di competenza di imprese altamente specializzate in coperture dei rischi marittimi e legati all’energia.

Il CEA auspica che il problema dell’inquinamento delle acque marine costituisca oggetto di più costruttivo dibattito in sede internazionale – attraverso apposite convenzioni – piuttosto che in un più ristretto ambito europeo.