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🇬🇧 Sanità

REGNO UNITO: LO STATO DELL’ARTE DELLE CURE SANITARIE. REPORT DELLA "CARE QUALITY COMMISSION"

The state of health care and adult social care in England An overview of key themes in care in 2010/11 - 15 September 2011

Care Quality Commission


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Lo scorso mese di settembre, la “Care Quality Commission” (“regulator” indipendente che opera nell’ambito della sanità, dei servizi sociali e della tutela dei pazienti) ha pubblicato il 3° rapporto, rivolto al Parlamento, sullo stato della sanità e dei servizi sociali di assistenza nel Regno Unito.

Nel 2010, sulla base di quanto disposto dall’ “Health and Social Care Act" del 2008, è entrato in vigore un nuovo sistema per la registrazione e la regolamentazione delle cure mediche e dell’assistenza sociale alla popolazione adulta. Tale sistema ha introdotto standard essenziali di qualità e sicurezza cui tutti gli operatori sanitari sono tenuti ad attenersi.

Il rapporto 2010/2011 della Care Quality Commission - il primo commento sulla situazione dell’offerta sanitaria secondo il nuovo sistema - si compone di quattro sezioni relative a:
- caratteristiche dell’offerta di servizi sanitari e sociali;
- accesso alle cure e ai servizi;
- informazione sanitaria, scelta del paziente, controllo e garanzie di equità;
- qualità e sicurezza dei servizi offerti.

Il rapporto evidenzia come l’offerta di cure e servizi sanitari sia in costante evoluzione.
Attualmente, la situazione risulta la seguente:

- sono presenti 378 società (di natura pubblica, dette “Trusts”), registrate al Servizio Sanitario Nazionale (NHS), che erogano servizi sanitari presso 891 ospedali pubblici distribuiti sul territorio nazionale. Secondo il Rapporto, la dotazione di posti-letto negli ospedali è andata progressivamente riducendosi nel corso degli ultimi anni ed è, ora, appena superiore a 140.000 posti (circa 2.000 in meno rispetto alla rilevazione dello scorso anno). Un maggior ricorso al day hospital, tuttavia, ha permesso di ridurre i tempi di degenza dei pazienti, aumentando così la capacità di accoglienza delle strutture ospedaliere;

- il numero delle strutture (ospedali e cliniche) indipendenti dal NHS è pari a 2.500;

- negli ultimi anni, l’assistenza sanitaria agli anziani ha visto mutare la tipologia di cure offerte per adeguarle a un meno frequente abbandono della famiglia/della propria abitazione da parte di questi ultimi. Ne è conseguita una riduzione dei trattamenti presso istituti di cura (-10%, fra il 2004 e il 2010) e un incremento delle cure domiciliari;

- sul territorio nazionale, gli istituti di ricovero e cura provvisti di assistenza infermieristica (per ovviare ai diversi gradi di non-autosufficienza) sono 4.608, mentre sono 13.475 gli istituti di cura senza assistenza infermieristica. E’ stato stimato che il 45% della capienza totale degli istituti di cura sia occupato da pazienti che pagano degenza e prestazioni, senza ricevere alcun sussidio da parte dello Stato;

- vi sono 5.894 agenzie specializzate che prestano cure domiciliari (“home-care agencies”).

L’accesso ai servizi sanitari, in particolare alle cure ospedaliere, è caratterizzato dalla tendenza a un allungamento dei tempi di attesa (anche se la quota di ricoverati che hanno trovato immediato accesso alle strutture – pari al 75% del totale – si mantiene grosso modo invariata da circa un triennio).
E’ in aumento il numero dei pazienti che accedono ai servizi sanitari pagando “di tasca propria” le prestazioni richieste: 166.000 casi nel periodo considerato, più della metà dei quali costituito da “over-65”.

Come evidenziato dal Rapporto, “qualità” e “sicurezza” fanno parte degli standard essenziali da garantire nell’erogazione dei servizi, soprattutto ospedalieri.
A quest’ultimo proposito, tra le unità ospedaliere sottoposte a verifica (più di 100, sia riferite al comparto pubblico che a quello privato), si registrano numerosi esempi di “cura eccellente”, soprattutto tra le cliniche private (in 9 casi, per contro, nessuno degli standard essenziali è stato rispettato).