Panorama Assicurativo Ania

🌎 Educazione finanziaria

LA “FINANCIAL EDUCATION” IN CAMPO ASSICURATIVO. UNA RASSEGNA DELLA LETTERATURA

Consumers’ Insurance Literacy Networks Financial Institute - Policy Brief No. 2011-PB-06

Sharon Tennyson


SSRN – Social Science Research Network
http://ssrn.com


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La letteratura di ricerca, di recente, ha incominciato a dedicare maggiore attenzione al tema dell’educazione finanziaria. I policy makers del settore finanziario, nondimeno, hanno mostrato l’intenzione di colmare alcune lacune, promuovendo programmi e campagne di informazione in funzione del miglioramento della “financial literacy”, ossia il bagaglio di conoscenze e informazioni a disposizione dei consumatori in materia finanziaria, con particolare riferimento ai prodotti disponibili sul mercato e alle loro caratteristiche.

La ricerca, tuttavia, si è occupata, fino ad ora, piuttosto poco della situazione in campo assicurativo.

Il policy brief in oggetto passa in rassegna la letteratura sul tema, ripercorrendo, in sintesi, i risultati degli studi volti a indagare quali siano i livelli di conoscenza dei consumatori, al fine di stabilire quale sia la capacità di orientarsi e di acquistare sul mercato assicurativo con cognizione.

Il documento è suddiviso in tre sezioni, in ognuna delle quali si riassumono i principali risultati con riferimento a:
- gli studi sulla “scelta assicurativa” (insurance choices);
- i sondaggi volti a valutare il livello di educazione finanziaria;
- il rapporto tra insurance education e disclosure di prodotto.

L’autore rileva che la maggior parte degli studi che si sono occupati di insurance literacy hanno messo in evidenza che le conoscenze a disposizione dei consumatori sono piuttosto carenti. Le loro scelte, nondimeno, si rivelano spesso, per così dire, “inefficienti”.

La letteratura, infatti, ha condotto studi di tipo economico e psicologico sul tema e ha dimostrato che, in buona parte dei casi, le scelte del consumatore si discostano dalle assunzioni del modello dell’agente razionale. Detto altrimenti: i consumatori, di norma, non hanno una corretta percezione dei rischi, delle possibilità e probabilità di ottenere guadagni o subire perdite e, di conseguenza, le loro scelte spesso non si basano sul confronto tra prezzi e tipologie di prodotti offerti, ma su emozioni e “passaparola”.

I test che misurano il livello di educazione finanziaria, non sorprendentemente, evidenziano l’insufficienza delle conoscenze dei consumatori. L’autore riporta i risultati di due test condotti negli Stati Uniti: uno, il “Bristow-Tennyson Assessment”, è tra i primi nel suo genere (2001); l’altro, promosso nel 2010 dalla National Association of Insurance Commissioners, ha coinvolto più di un migliaio di consumatori. I risultati suggeriscono che il livello medio di insurance literacy è insufficiente dal momento che i partecipanti, in entrambi i casi, hanno ottenuto, mediamente, un punteggio inferiore al 60%.

È emerso, inoltre, che i consumatori conoscono meglio i principi e la terminologia generale delle assicurazioni, ma spesso non sono in grado di comprendere i termini e le condizioni delle polizze nella fattispecie, tanto che confessano, in molti casi, di non leggere nemmeno l’informativa.

Il policy brief offre alcuni spunti di riflessione sulle recenti iniziative messe in atto per rendere le disclosures più accessibili e “leggibili” da parte dei consumatori.

Da ultimo, individua alcuni argomenti su cui concentrare le ricerche future.