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🇮🇹 Risparmio

IL RISPARMIO DEGLI ITALIANI IN UNA RICERCA CENTRO EINAUDI/INTESA-SAN PAOLO

Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2011

Centro Einaudi


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Il Centro Einaudi, in collaborazione con il gruppo bancario Intesa–San Paolo, ha pubblicato l’indagine 2011 sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani. Si tratta della nuova edizione della ricerca annuale realizzata dal Centro Einaudi, sulla base dei dati di Banca d’Italia sul risparmio delle famiglie e dell’indagine campionaria realizzata da Doxa.

Prosegue il trend discendente del risparmio delle famiglie italiane, che nel 2010 ha raggiunto il 6% del reddito disponibile, contro medie del 13% negli anni novanta e del 20% negli anni ottanta.

Per contro, negli Stati Uniti la propensione al risparmio tra il 2005 e il 2010 è quadruplicata, passando dal 1,4% al 6%, mentre in Francia e Germania è aumentata di circa un punto percentuale.

Tuttavia la percezione dell’utilità del risparmio tra gli italiani è arrivata al suo massimo storico nelle serie statistiche dell’indagine del Centro Einaudi.

Il 72% del campione di intervistati giudica infatti molto utile e indispensabile il risparmio. Ciò nonostante, confermando i dati di carattere macroeconomico, solo il 43% degli intervistati dichiara di essere riuscito a risparmiare nel 2010. E’ quindi evidente, secondo il centro Einaudi, la situazione di disagio e crisi vissuta dalle famiglie italiane, testimoniata dalla discrasia tra aspettative, obiettivi e realtà effettiva.

Alla minore capacità di risparmio si contrappone, tuttavia, una situazione finanziaria delle famiglie italiane che sembra più equilibrata che in altri Paesi europei: nel 2010, infatti, il totale delle attività finanziarie detenute dalle famiglie ammontava a 3,4 volte il reddito disponibile, contro una media dell’area euro di 3 volte e un rapporto di 2,9 per Francia e Germania. Anche l’indebitamento delle famiglie, pari al 66% del reddito disponibile, è inferiore alla media dell’area Euro (99%).

Nell’indagine di opinione Doxa prevalgono, d’altra parte, i motivi di preoccupazione. Soltanto il 13% del campione ritiene che la crisi possa considerarsi terminata; poco meno della metà la giudica solo attenuata e il 45% ritiene che continuerà nel 2011. Per quanto riguarda il futuro, infine, prevale la sensazione di inadeguatezza: la convinzione di dover integrare i futuri redditi da pensione o di doversi cautelare nei confronti dei rischi di disabilità, si scontra con la mancanza di informazione e, soprattutto, con la scarsità delle risorse economiche a disposizione.