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Mercati finanziari

PRESENTATO IL RAPPORTO SULLA STABILITA’ E L’INTEGRAZIONE FINANZIARIA EUROPEA NEL 2010

European Financial Stability and Integration Report 2010 (May 2011)

Commissione Europea


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A seguito della recente crisi economica e finanziaria mondiale, la Commissione europea ha avviato un programma ambizioso ed “intensivo” di riforme per la regolamentazione del settore dei servizi finanziari, al fine di garantire maggiori garanzie di sicurezza e stabilità.

Le misure adottate dagli Stati membri per evitare il crollo dei mercati finanziari - e limitare l'incidenza della crisi sull'economia reale - hanno permesso di porre fine alla “spirale della crisi” ma, allo stesso tempo, hanno esercitato forti pressioni sui bilanci pubblici e sull’economia di numerosi paesi.

In tale contesto, la Commissione ha pubblicato il “Rapporto 2010 sulla stabilità e l’integrazione finanziaria europea” (maggio 2011), che esamina gli stretti legami tra la stabilità e l’integrazione del settore finanziario: nei capitoli 1 e 2, in particolare, viene analizzata l’evoluzione del settore finanziario e le risposte fornite dall’UE, a livello politico, nel corso del 2010. Inoltre, con un approccio a più lungo termine, il rapporto tenta di prevedere quale volto assumerà il settore finanziario europeo una volta che la crisi sarà definitivamente superata.

Il Rapporto 2010 pone in evidenza come la recente crisi non abbia solo creato difficoltà al mantenimento della stabilità finanziaria del sistema (anche se la “resilience” del settore finanziario è migliorata nel corso del 2010), ma abbia anche determinato una flessione dell’attività di intermediazione transfrontaliera e svariate conseguenze – differenti a seconda dei paesi e dei segmenti di mercato – fra i membri dell’Unione europea.

Secondo il documento della Commissione, pertanto, i principali aspetti delle riforme regolamentari in corso mirano a rafforzare i fondamenti del sistema finanziario:
- livelli adeguati di fondi propri per gli istituti di credito e vigilanza appropriata sugli operatori finanziari;
- superamento del divario tra mercati (improntati a criteri di forte integrazione) e vigilanza (attuata su fondamenti per lo più “nazionali”), attraverso l’attività delle tre nuove Autorità europee (del settore bancario, dei valori mobiliari, delle assicurazioni e dei fondi pensione);
- riduzione delle tensioni sui mercati - in particolare su quello del debito sovrano - attraverso “meccanismi di stabilizzazione e di miglioramento della governance: in questo senso, nel 2010 hanno visto la luce l’European Financial Stabilisation Mechanism (EFSM) e la European Financial Stability Facility (EFSF), la cui attività verrà completata, a partire dalla metà del 2013, dallo European Stability Mechanism (ESM).

Infine, la crisi ha rilanciato il dibattito su vantaggi e inconvenienti derivanti dalla diversificazione dei modelli di business adottati dagli istituti di credito cross-border. Lo studio della Commissione pone in evidenza, a tale proposito, che la funzione di risk management ha assunto caratteristiche di maggiore centralizzazione e la maggior parte delle banche sta evolvendo in questa direzione (più compatibile con un’attività di intermediazione più integrata).