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🇮🇹 Rendite

LE DETERMINANTI DELLA DOMANDA DI RENDITE VITALIZIE AL PENSIONAMENTO. UNO STUDIO BANKITALIA

What determines annuity demand at retirement? - Quali fattori spiegano la domanda di rendite vitalizie da parte dei lavoratori al momento del pensionamento? Temi di discussione (Working papers), n. 805 (2011)

Giuseppe Cappelletti, Giovanni Guazzarotti, Pietro Tommasino


BANCA D’ITALIA
http://www.bancaditalia.it/


Sintesi - (IN ITALIANO):

Link al documento - (TESTO INTEGRALE SOLO IN INGLESE):


Il ruolo della previdenza privata – di sempre maggior rilievo a fronte del progressivo ridursi della generosità dei sistemi a ripartizione – trova nelle rendite vitalizie una vera e propria “pietra angolare” sulla quale poggiare saldamente il proprio sviluppo: l’apprezzamento per tali strumenti di previdenza e di risparmio si fonda, infatti, sulla certezza dell’assicurato di poter disporre di un introito finanziario vitalizio. Dopo aver analizzato la domanda (e le sue determinanti) di rendite vitalizie nel nostro Paese, lo studio Bankitalia evidenzia come la propensione all’utilizzo di tali strumenti sia potenzialmente elevata, ma tenda a diminuire al ridursi della ricchezza individuale, del grado di istruzione e di “cultura finanziario-previdenziale” dei soggetti interessati.

In un contesto internazionale come quello attuale - caratterizzato dalla necessità di ridurre la generosità dei sistemi pensionistici a ripartizione - la previdenza privata è destinata ad acquisire un ruolo di sempre maggior rilievo.

I lavoratori e i risparmiatori che intendono rendere economicamente più sicuro il proprio futuro trovano nella rendita vitalizia (“annuity”) un utile strumento: esso è in grado di convertire un capitale in un introito periodico (che viene a cessare solo con la morte dell’assicurato), ponendo quest’ultimo al riparo dal cosiddetto “rischio di longevità” (cioè il rischio finanziario connesso alla possibilità di una vita più lunga rispetto a quanto le risorse economiche dell’individuo possano permettere).

Lo studio elaborato dalla Banca d’Italia stima la domanda di rendite vitalizie in Italia e ne analizza le determinanti, utilizzando come base i dati provenienti dall’Indagine sui bilanci delle famiglie del 2008 (il quesito posto ai capofamiglia riguardava l’eventuale disponibilità, al momento del pensionamento, a rinunciare a una rendita vitalizia in cambio di una somma di denaro immediatamente disponibile).
I risultati dell’indagine indicano che, in media, la propensione a convertire in rendita la propria ricchezza al momento del pensionamento risulta, nel nostro Paese, potenzialmente elevata. E’ da tenere presente, tuttavia, che la domanda di rendite vitalizie tende a diminuire – anche in misura sensibile - al ridursi della ricchezza, del livello di istruzione e del grado di “cultura finanziaria e previdenziale” (financial literacy).

E’ probabile, conclude lo studio, che per le categorie meno avvantaggiate (caratterizzate da vincoli di liquidità o da ridotta “financial literacy”) la parte di ricchezza convertita in “annuity” sia inferiore a quella ottimale. Ne consegue l’opportunità di interrogarsi, in tempi brevi, sulla necessità di:
- potenziare programmi mirati ad accrescere la “cultura” finanziaria e pensionistica;
- realizzare efficaci politiche di contenimento dei prezzi delle rendite;
- attuare validi interventi volti a facilitare la gestione del “longevity risk” da parte delle imprese di assicurazione.