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🌎 Conglomerati finanziari

IL PROFILO DI RISCHIO DEI CONGLOMERATI FINANZIARI: QUANTO INCIDONO I BENEFICI DELLA DIVERSIFICAZIONE?

On the risk situation of financial conglomerates: does diversification matter?

Nadine Gatzert, Hato Schmeiser


SSRN – Social Science Research Network
http://ssrn.com


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E’ opinione comune che l’aggregazione fra imprese operanti in diversi settori della finanza in un conglomerato finanziario comporti, da un lato, benefici in termini di diversificazione del rischio e, dall’altro, una riduzione nello “shareholder value” (si tratta del cosiddetto “conglomerate discount”: il valore del conglomerato nel suo complesso risulta inferiore alla somma del valore di mercato delle imprese che lo compongono).

In letteratura, di norma, i benefici derivanti dalla diversificazione del rischio sono tipicamente valutati senza tener conto della riduzione dello “shareholder value”. Tuttavia, un’analisi completa non può prescindere dalla considerazione di condizioni competitive nel conglomerato, ossia che azionisti e obbligazionisti dovrebbero ricevere rendimenti adeguati al rischio sui loro investimenti.

Gli autori intendono contribuire al dibattito sul tema confrontando gli effetti di diversificazione nei conglomerati, sia nei casi in cui si tenga conto sia in quelli in cui non si tenga conto delle variazioni nello “shareholder value”.

Sono considerate, nel paper, tre differenti strutture organizzative:
- il modello “parent-subsidiary”, in cui la “parent” possiede la “subsidiary”, ma le due società rimangono legalmente e operativamente separate;
- l’ “holding company”, in cui le imprese che svolgono le diverse attività finanziarie e assicurative sono possedute da una capogruppo;
- il “conglomerato integrato”, che redige un unico bilancio consolidato e, in linea di principio, gode della fungibilità del capitale fra le diverse antità del gruppo.

Si tiene altresì conto di differenti tipologie di strumenti per il trasferimento del rischio e del capitale nell’ambito del modello “parent-subsidiary”, incluse le retrocessioni e le garanzie infragruppo.

I risultati mostrano che, in condizioni di competitività dei mercati, i benefici di diversificazione non sono così rilevanti come pone in evidenza la letteratura. Inoltre, la scelta di una struttura piuttosto che di un’altra ha un effetto rilevante sui requisiti patrimoniali a livello di conglomerato: in generale, i requisiti diminuiscono sensibilmente con il crescere del livello di integrazione, ma i benefici di diversificazione si riducono nel caso in cui i cash-flows delle diverse entità del gruppo siano correlate.

L’analisi effettuata può, secondo gli autori, contribuire all’attuale discussione sulle regole relative alla solvibilità dei gruppi e sui criteri di enterprise risk management, profili di grande rilievo sia per i gruppi assicurativi sia per i conglomerati finanziari.