Panorama Assicurativo Ania

🇩🇪 Solvency II

BAIN&COMPANY E TOWERS WATSON SUL PROGETTO SOLVENCY II: GLI IMPATTI PER LE IMPRESE TEDESCHE

Strategische Herausforderungen Solvency II: Angespannte Lage bei Deutschen Lebensversicherern

Bain &Company, Towers Watson


Link alla sintesi del rapporto


Poco prima che BaFin – l’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari in Germania - pubblicasse i primi dati ufficiali in riferimento al QIS5 (si veda in proposito, su questo stesso numero di Panorama Assicurativo, “I risultati del QIS5 in Germania. Le maggiori criticità: complessità della Formula Standard e Long-Term guarantees vita”), Bain & Company e Towers Watson hanno pubblicato un’analisi comune sul progetto Solvency II, definito dagli autori “una sfida culturale e strategica”.

Per un periodo di tre mesi, Bain e Towers hanno analizzato, sulla base di un apposito modello standardizzato, solvibilità e redditività di un campione costituito dalle prime venti compagnie operanti in ognuno dei maggiori mercati europei (Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna).

Con riguardo alle imprese tedesche tale modello ha posto in evidenza, in particolare, diversità nella struttura del capitale proprio e nel mix di portafoglio.
Emerge anche la differenza tra la situazione delle imprese operanti nei rami malattia e infortuni e la realtà che contraddistingue il comparto vita.

Mentre, nel primo caso, le compagnie risultano sufficientemente capitalizzate alla luce delle nuove regole di solvibilità, la situazione appare più difficile per almeno un quarto delle imprese vita, il cui quoziente di solvibilità si colloca sotto la soglia critica del 100%.
La causa principale di tale risultato risiederebbe nell’elevato mismatch tra la durata dei contratti assicurativi e quella dei relativi investimenti (“Duration-mismatch”).
Le simulazioni effettuate dallo studio indicano, in particolare, che per i prodotti assicurativi “tradizionali” con minimo garantito la redditività media corretta per il rischio sarebbe negativa (-4%), mentre migliorerebbe nel caso dei prodotti vita legati a fondi di investimento o alle polizze di puro rischio.

La situazione è opposta nell’assicurazione malattia: nessuna compagnia tra quelle esaminate sarebbe contraddistinta da un quoziente di solvibilità inferiore a 100. Le compagnie danni, inoltre, risultano tradizionalmente maggiormente capitalizzate.
Nel ramo malattie, la redditività media aggiustata per il rischio si collocherebbe all’1% circa (così come nel ramo infortuni), mentre nel comparto auto – come nel vita - gli operatori si troverebbero in difficoltà per far fronte ai nuovi requisiti di capitale.

Per concludere, risulta palese il distinguo tra imprese fortemente capitalizzate, da un lato (caratterizzate dalla presenza di ulteriori margini di manovra per concorrere su elementi quali prezzi e canali distributivi), e, dall’altro, imprese che hanno dovuto ridurre i propri impegni di capitale e aumentare la redditività. Per le prime, gli autori consigliano di realizzare ulteriori azioni di rafforzamento attraverso politiche di acquisizione e di innovazione di prodotto. Alle seconde, invece, gli autori raccomandano l’ottimizzazione della gestione del rischio e del capitale (e dei modelli gestionali in genere).