SACRIFICARE IL SECONDO PILASTRO PENSIONISTICO PER “SALVARE” IL BUDGET: I CASI DI UNGHERIA E BULGARIA
“Hungary, Bulgaria Challenge Rehn on Pensions”
EurActiv
A partire dagli anni ’90, il fenomeno del “global ageing” e la diminuzione delle nascite hanno spinto molti paesi a costituire un “secondo pilastro” del sistema pensionistico, in grado di costituire riserve finanziarie per quelle generazioni che dovranno fronteggiare una diminuzione delle contribuzioni a fronte di un calo del numero di lavoratori coinvolti.
In questo contesto, in alcuni paesi dell’Est europeo (nello specifico, Ungheria e Bulgaria) – con economie più “vulnerabili” e sottoposte a maggiori pressioni sotto il profilo del budget – si è provveduto di recente a nazionalizzare il “secondo pilastro” del sistema pensionistico, ottenendo il risultato di ridurre “artificialmente” il deficit e il debito pubblico calcolato secondo i criteri di Maastricht.
La Commissione europea ha espresso preoccupazione in riferimento al possibile utilizzo delle riserve di secondo pilastro per il finanziamento della spesa pubblica e per le evidenti ripercussioni, nel lungo termine, sulla stabilità economica dei paesi coinvolti. In ambito europeo, il dibattito politico sulle pensioni è ulteriormente vivacizzato dalla richiesta del Governo polacco di concedere ai cittadini la possibilità di trasferire il proprio risparmio pensionistico privato alla Social Security pubblica.