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Sicurezza stradale

TRAFFICO TRANSFRONTALIERO E SICUREZZA STRADALE: NUOVA PROPOSTA DI DIRETTIVA DELLA COMMISSIONE

Road safety: EU crackdown on drivers committing traffic offences abroad

Commissione Europea


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Lo scorso 1° dicembre, la Commissione europea ha presentato una proposta di Direttiva volta a rafforzare la normativa in materia di sicurezza stradale: ne sono principali destinatari i cittadini europei che circolano in un paese diverso da quello in cui il loro veicolo è stato immatricolato.

Nell’ambito dell’Unione, gli automobilisti “stranieri” rappresentano il 5% del traffico veicolare (e ad essi è riconducibile circa il 15% delle infrazioni per eccesso di velocità). Alla maggioranza delle infrazioni da essi commesse, tuttavia, spesso non corrisponde adeguata sanzione, in quanto risulta piuttosto difficile perseguire gli automobilisti “indisciplinati” una volta che questi ultimi abbiano fatto ritorno nel proprio paese di residenza.

Attraverso la nuova proposta di Direttiva la Commissione si prefigge di sanare tale situazione. Il testo si riferisce alle infrazioni che hanno considerevoli conseguenze per la sicurezza stradale e, in modo particolare, ai quattro "big killer" che causano il 75% degli incidenti: eccesso di velocità, inosservanza delle indicazioni semaforiche, mancanza delle cinture di sicurezza, guida in stato di ebbrezza e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti.
Ad essi si aggiungono: mancanza del casco di protezione, uso improprio della corsia di emergenza, uso del telefono cellulare durante la guida.

La proposta di Direttiva consentirà di identificare e sanzionare i cittadini europei che commettono infrazioni in uno Stato dell’Unione diverso da quello di residenza. Nella pratica, le nuove norme consentiranno ai singoli Stati membri la mutua accessibilità ai dati di immatricolazione dei veicoli. Una volta noti identità e residenza di chi ha commesso un’infrazione, verrà recapitata al responsabile la relativa notifica (secondo un modello indicato dalla stessa proposta di Direttiva).

E’ importante sottolineare che la proposta non intende procedere a un’armonizzazione secondo la natura delle infrazioni o delle relative sanzioni: in tutti i paesi dell’Unione, in questo senso, continueranno ad essere applicate le normative nazionali. In proposito, l’iter da seguire è quello del paese dell’Unione europea in cui l’infrazione è stata commessa.

Dopo l’approvazione della proposta di direttiva da parte del Parlamento europeo, gli Stati membri avranno a disposizione un periodo di due anni per recepire la nuova normativa (possibilmente entro il 2013).