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IL “PENSION GAP” IN EUROPA: QUANTO SERVIRA’ PER LE PENSIONI DEL FUTURO? REPORT DI AVIVA

Europe’s pension gap

AVIVA


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E' ormai opinione diffusa che i sistemi pensionistici pubblici non saranno in grado di offrire, ai pensionati di domani, prestazioni sufficienti a garantire un tenore di vita adeguato. Lo studio AVIVA Europe cerca di quantificare, alla luce delle regole previdenziali esistenti in 11 Paesi dell'Unione europea, nonché in Russia e in Turchia, il cosiddetto "pension gap", ossia l'ammontare che è necessario accantonare per raggiungere, una volta in pensione, un livello di reddito predefinito.

La pressione crescente sui sistemi pensionistici causata dall’invecchiamento della popolazione è un problema conosciuto.

Il rapporto AVIVA si propone di analizzare la capacità dei vigenti sistemi pensionistici di garantire un reddito adeguato agli anziani e cerca, a tal fine, di quantificare il cosiddetto “pension gap”.

Il “pension gap” indica la differenza tra la pensione necessaria per mantenere lo stile di vita precedente alla quiescenza e l’importo effettivo che i pensionati, nel periodo 2011 – 2051, potranno aspettarsi dai sistemi pensionistici vigenti. Nella valutazione del “pension gap” lo studio AVIVA considera anche il livello delle attività finanziarie di carattere non previdenziale detenute e i differenti modelli di consumo nei diversi paesi.

Nell’Unione europea, il pension gap annuale complessivo si può stimare oggi in 1.900 miliardi di euro, circa il 19% del PIL. Questa stima si basa sull’ipotesi che le persone prossime alla pensione abbiano bisogno di circa il 70% del reddito pre-pensionamento e che il rendimento medio degli attivi dei fondi pensione sia pari al 5%.

Anche modificando una di queste variabili – ad esempio aumentando il tasso di rendimento degli attivi dei fondi pensione, incrementando il livello delle pensioni pubbliche, riducendo il rapporto tra reddito lavorativo e pensione o aumentando l’età di pensionamento – rimangono significativi gap pensionistici da colmare, anche se di diversa entità.

Lo studio evidenzia altresì che, a livello individuale, il risparmio pensionistico dovrebbe aumentare di circa 12.000 euro annui. Le persone più anziane dovrebbero basarsi su strategie diversificate, tra le quali è da valutare la possibilità di lavorare più a lungo, mentre i più giovani avrebbero un tempo maggiore per incrementare il risparmio previdenziale. Le classi reddituali medie sono destinate a subire l’impatto maggiore del “pension gap”.

In conclusione, secondo AVIVA, il gap pensionistico è, e sarà sempre più, significativo. A livello collettivo, le iniziative per contrastarlo dovrebbero consistere sia in riforme sia in cambiamenti nei comportamenti di consumo. A livello individuale, i cittadini europei dovrebbero acquisire consapevolezza del problema della propria pensione, aumentando il risparmio previdenziale e considerando l’insieme dei beni posseduti come parte di una “strategia pensionistica”.

Per quanto riguarda, infine, le iniziative a livello di Unione europea, AVIVA chiede alla Commissione di istituire uno standard europeo relativo alla qualità dei sistemi previdenziali, per restituire fiducia ai lavoratori e ai risparmiatori. E’ necessaria, infine, una politica di informazione sulle pensioni rivolta ai cittadini e realizzata dai governi nazionali.

Lo studio AVIVA contiene un’analisi dettagliata dei gap pensionistici nei singoli paesi dell’Unione europea.