Panorama Assicurativo Ania

🇪🇺 Long-term care, Assistenza

ASSISTENZA “INFORMALE”: LA NUOVA FRONTIERA PER LA CURA DELL’ANZIANO

Informal Carers: who takes care of them?

Frédérique Hoffmann, Ricardo Rodrigues


European Centre for Social Welfare Policy and Research
http://www.euro.centre.org


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Le cure informali fornite alle persone non autosufficienti da parte di familiari o conoscenti (“informal carers”) sono diventati oggetto di interesse a causa, soprattutto, delle preoccupazioni sulla futura sostenibilità economica dei servizi di Long-Term Care (LTC) forniti dal sistema di Welfare. Un’offerta di servizi di assistenza sempre più onerosa per la finanza pubblica si scontra con una domanda di assistenza di elevata qualità.

L’obiettivo dello studio (elaborato dall’European Centre for Social Welfare di Vienna) è quello di analizzare il ruolo degli “informal carers”, cercando di identificare – sulla base di dati e indicazioni provenienti da diverse realtà europee – iniziative di supporto e di tutela destinate a migliorare gli standard di vita non tanto del malato, quanto di chi presta l’assistenza.

In alcuni paesi europei (ad esempio, la Gran Bretagna), sono state attuate iniziative di supporto – soprattutto economico – agli “informal carers”, attraverso il riconoscimento di somme versate direttamente alla persona accudita (“attendance allowances”) o a chi se ne prende cura (“care allowances”).
Lo studio sottolinea, però, alcune criticità in merito a tale “soluzione”: 1) esiguità delle somme erogate (circa il 30% di un salario medio); 2) impossibilità di controllare il modo in cui tali somme vengano effettivamente spese; 3) pericolo di sostenere, indirettamente, il lavoro “in nero” dei migranti.

Secondo lo studio, pertanto, il miglioramento della qualità di vita degli “informal carers" deve essere attuato attraverso soluzioni alternative:
- riconoscere il ruolo economico e sociale degli “informal carers”, garantendo a questi ultimi il riconoscimento di precisi diritti;
- promuovere la creazione e la diffusione dei cosiddetti “respite services” (ne sono un esempio i “centri diurni”), in grado di fornire ai “carers” tempo disponibile per riaffacciarsi al mercato del lavoro o, in alternativa, da dedicare a se stessi;
- attuare politiche in grado di colmare il “trade-off” tra mondo del lavoro e dell’assistenza, mettendo a punto soluzioni che possano aiutare i “carers” a gestire il loro duplice ruolo.