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🌎 Crisi finanziaria

FMI: UNA “TASSA PER LA STABILITÀ” A CARICO DI TUTTE LE ISTITUZIONI FINANZIARIE?

A fair and substantial contribution by the financial sector. Interim report for the G-20

IMF – International Monetary Fund


BBC
http://news.bbc.co.uk/


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Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato, in un Interim Report destinato alla riunione di giugno 2010 dei Ministri delle Finanze del G20, alcune proposte in merito al contributo che le grandi istituzioni finanziarie dovrebbero fornire per consentire gli interventi di salvataggio in caso di crisi.
Con il Report, il Fondo Monetario risponde alla richiesta - proveniente dai Ministri delle Finanze di molti Paesi - in merito a quali siano gli strumenti atti a garantire che anche le istituzioni finanziarie partecipino al sostegno della spesa pubblica necessaria ad assicurare la stabilità del sistema finanziario.
Secondo il report FMI, il costo fiscale medio degli interventi governativi a favore del sistema finanziario è stato pari al 2,7% sul Pil per i Paesi del G-20; per i Paesi dove la crisi è stata più grave, tale costo ha raggiunto il 4-5% del PIL.
Il Fondo Monetario propone due forme di contribuzione, con due differenti finalità:
- Financial Stability Contribution (FSC): un prelievo a carico del sistema finanziario da collegare a un percorso di risanamento credibile ed efficace. Si tratterebbe di un’imposta da pagare in relazione al costo di ogni eventuale e futuro intervento statale di salvataggio. Questa imposta può essere capitalizzata in un fondo, per facilitare il superamento della crisi da parte delle istituzioni più deboli, o può essere fatta confluire genericamente fra le entrate dello Stato. L’ammontare dell’imposta sarebbe inizialmente costante e, successivamente, variabile in relazione alla quota di rischio, anche a carattere sistemico, che ogni singola istituzione finanziaria assume e rappresenta per il sistema.
- Financial Activities Tax (FAT): dovrebbe essere commisurata alla somma degli utili e delle remunerazioni delle istituzioni finanziarie e confluirebbe nelle entrate complessive dello Stato.
E’ necessario comunque, ad avviso del FMI, operare per un migliore coordinamento della regolamentazione e della vigilanza a livello internazionale almeno per ridurre le distorsioni fiscali connesse a un sistema che, nella maggioranza dei casi, privilegia il finanziamento attraverso il debito (prevedendo la deducibilità degli interessi passivi sul debito ma non quella dei dividendi azionari).
L’associazione di Ginevra risponde alla proposta di una tassazione per la stabilità finanziaria a carico di tutte le istituzioni finanziarie, sottolineando che tale proposta sembra trascurare la tipicità dell’industria assicurativa e, in particolare, il suo ruolo di stabilizzatore nell’economia. La proposta inoltre, continua il think tank degli assicuratori, sembra contraddittoria in quanto dimentica che il settore assicurativo non è stato tra le cause della crisi e, anzi, è stato vittima delle conseguenze attraverso svalutazione dei titoli, recessione e bassi tassi di interesse.