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BANKITALIA: REDDITO E RICCHEZZA COME INDICATORI DI POVERTA’. IL 32% DELLE FAMIGLIE ITALIANE E’ ECONOMICAMENTE VULNERABILE

Asset-based measurement of poverty - Indicatori di povertà basati sulla ricchezza Temi di discussione n. 755, marzo 2010

Andrea Brandolini, Silvia Magri, Timothy M. Smeeding


BANCA D’ITALIA
http://www.bancaditalia.it/


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Lo “stato di povertà” viene generalmente individuato, nelle statistiche, in relazione al livello del reddito, ad esempio quando il reddito corrente non è sufficiente per mantenere un livello di consumi “necessario”. Il “livello minimo” è convenzionalmente pari al reddito necessario ad acquistare un “paniere di beni essenziali”.

Nelle valutazioni della statistica, pertanto, non viene tenuta in considerazione la ricchezza reale e finanziaria (se non per il flusso annuo di reddito da essa generato), anche se essa, in realtà, svolge l’importante funzione di sostenere gli standard di vita in caso di flessioni temporanee del reddito o di altri eventi negativi imprevisti.

Lo studio Bankitalia – pubblicato in lingua inglese – si pone l’obiettivo di integrare la ricchezza reale e finanziaria nel calcolo degli indicatori di povertà, tenendo conto dell’indice “reddito-ricchezza” in luogo del solo “reddito disponibile”.

Nel lavoro si utilizzano dati tratti dal “Luxembourg Wealth Study” riferiti a Canada, Finlandia, Germania, Italia, Norvegia, Regno Unito, Svezia e Stati Uniti nei primi anni 2000: i risultati dell’esercizio mostrano come, tenendo conto della “ricchezza insieme al reddito”, possa variare la valutazione del livello di povertà.

Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, emerge che l’incidenza della povertà tende a ridursi notevolmente – più di quanto accada negli altri Paesi – per effetto del livello elevato di ricchezza posseduta dalle famiglie italiane (l’abitazione di proprietà rappresenta la componente principale del patrimonio dei meno abbienti).

Infine, mentre per buona parte dei paesi indicati emerge una consistente fascia di individui che risultano economicamente vulnerabili al verificarsi di eventi avversi (pur avendo redditi superiori alla soglia di povertà), l’Italia è il paese in cui tale fascia appare più limitata (32%): ciò potrebbe rivelarsi effetto di un maggiore risparmio precauzionale.