Panorama Assicurativo Ania

🇺🇸 Crisi finanziaria, Previdenza

LE CONSEGUENZE DEI CROLLI DI BORSA SULLE PENSIONI DEGLI AMERICANI

Retirement security and the Stock Market crash: what are the possible outcomes?

Barbara A. Butrica, Karen E. Smith, and Eric J. Toder


Center for Retirement Research at Boston College
http://crr.bc.edu


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Lo studio pubblicato dal CRR pone in evidenza l’impatto che le oscillazioni dei mercati finanziari hanno sul risparmio previdenziale della popolazione attiva statunitense.
Il calo del valore degli attivi in una fase di declino dei mercati contribuisce alla riduzione della ricchezza e del futuro reddito pensionistico soprattutto per alcune classi di età, ossia quelle più anziane. In uno scenario di (parziale o totale) ripresa, invece, la combinazione fra prezzi degli attivi poco elevati (in conseguenza della crisi) e rapida crescita dei corsi azionari tende ad aumentare il reddito pensionistico di altre classi di età (più giovani), che hanno più tempo per investire a condizioni più vantaggiose e accumulare maggiori vantaggi economici.
Secondo gli autori, pertanto, gli effetti di un “market crash” sul reddito pensionistico variano a seconda delle classi di età, del livello di reddito e delle future performance del mercato.

Lo studio fornisce in tal senso anche alcune simulazioni, effettuate utilizzando i database della sicurezza sociale USA.
Il primo scenario si basa sull’assunto che non si verifichi alcun recupero dei livelli pre-crisi e che, dopo il 2008, il tasso di crescita dei mercati azionari si adagi sul livello medio-storico di lungo periodo.
Nel secondo scenario si ipotizza invece che la discesa dei corsi azionari continui anche per diversi anni dopo la crisi del 2008 (nel passato, un caso simile si era già verificato nel periodo posteriore alla crisi del 1974, fino al 1982).
Nel terzo scenario, infine, si ipotizza di avere un pieno recupero dei livelli azionari pre-crisi dopo dieci anni (e cioè nel 2017).

I dati pensionistici presi in considerazione sono quelle relativi alle generazioni nate dal 1941 al 1945 (“pre-boomers”), dal 1951 al 1955 (“middle-boomers”) e dal 1961 al 1965 (“late boomers”).
Le fasce di popolazione attiva più distanti dal pensionamento sono meno influenzate dagli effetti della crisi. Infatti, i più giovani hanno accumulato meno ricchezza e dispongono di un maggior numero di anni per compensare eventuali perdite. E’ importante, inoltre, il fattore socio-economico: le classi sociali più elevate subiscono perdite della ricchezza pensionistica più rilevanti, ma possono avvantaggiarsi dei recuperi borisistici (in quanto una quota più rilevante della loro ricchezza è investita in questi strumenti finanziari).