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🇺🇸 Previdenza

RIFORME PREVIDENZIALI A CONFRONTO: QUALI LEZIONI PER GLI STATI UNITI

National retirement savings systems in Australia, Chile, New Zealand and the United Kingdom: lessons for the United States

David C. John, Ruth Levine


The Retirement Security Project
http://www.retirementsecurityproject.org


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Il documento esamina i sistemi previdenziali di Australia, Cile, Nuova Zelanda e Regno Unito e cerca di trarre alcune indicazioni – a vantaggio dei decisori politici americani – utili per costituire un sistema pensionistico sostenibile e in grado di fornire maggiore sicurezza previdenziale alle future generazioni.

La sicurezza economica durante il pensionamento è un elemento di cruciale importanza per singoli e famiglie, spesso ricercata attraverso la combinazione di pensione pubblica, risparmi e fondi pensione collettivi.
I moderni paesi industrializzati - che hanno abbracciato la filosofia dei tre pilastri - hanno istituito sistemi pensionistici che spesso integrano il sistema pubblico con quello privato.
Diversi sistemi previdenziali hanno cercato di traslare parte degli oneri pensionistici dalla società all'individuo, passando da un sistema a prestazione definita (DB) a un sistema a contribuzione definita (DC), ovvero piani di risparmio previdenziali che lasciano ai singoli l’onere di accantonare il proprio risparmio pensionistico.

Con l'aumento della speranza di vita, l’accumulo di risorse a fini previdenziali deve essere maggiore per finanziare un più lungo pensionamento, anche se un ingresso sempre più tardivo nel mondo del lavoro non facilita il compito dei singoli. Ulteriori pressioni sul sistema pensionistico sono inoltre esercitate dal pensionamento dei “baby boomers” ( i nati tra il 1946 e il 1964): il numero di boomers che andrà in pensione è infatti previsto crescere costantemente fino al 2030, quando la generazione del baby-boom avrà completato la fase di passaggio al pensionamento. Ciò comporterà un aumento del numero dei pensionati e una riduzione del numero dei lavoratori attivi in grado di finanziare il sistema, generando una crescita dei costi della sicurezza sociale e delle prestazioni dell’assistenza sanitaria.

Queste tendenze non sono unicamente riscontrabili negli Stati Uniti. Già a partire dagli anni ’90, pertanto, molti paesi dell’area OCSE hanno ridotto le prestazioni pensionistiche erogate dai sistemi di previdenza pubblici (in media, del 22%), attraverso diversi percorsi di riforma.

Utilizzando il criterio della partecipazione obbligatoria al sistema previdenziale o l'iscrizione automatica ai piani previdenziali, i sistemi di incentivazione utilizzati nei paesi considerati nel presente studio perseguono l’obiettivo di aiutare i singoli a far crescere il proprio risparmio destinato alla pensione.
In particolare:
- il Cile ha convertito il sistema “pay-as-you-go” in una gestione del risparmio previdenziale basata su un “autofinanziamento” da parte dello stesso lavoratore, dalla cui busta-paga viene mensilmente trattenuta una quota pari al 12-13% dello stipendio;
- in Australia, il sistema obbligatorio della “Superannuation Guarantee” si basa sul prelievo mensile di una quota pari a circa il 9% del totale in busta-paga, da versare in appositi fondi previdenziali;
- in Nuova Zelanda, il sistema “KiwiSaver” si affianca al sistema pensionistico pubblico, prelevando una quota mensile (a scelta del lavoratore) dello stipendio per l’accantonamento previdenziale;
- in Gran Bretagna, la “pensione-base” offerta dallo Stato (Basic State Pension-BSC) viene integrata con versamenti effettuati dai singoli (National Insurance Contribution-NIC).