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🇮🇹 Rating

RATING E PERFORMANCE DI MERCATO: EVIDENZE DALLA REALTA’ EUROPEA. UN PAPER CAREFIN/BOCCONI

"Rating changes: the European evidence”

Federico Calderoni, Paolo Colla, Stefano Gatti


Carefin – Universita’ Bocconi
http://www.carefin.unibocconi.eu/


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La crisi finanziaria ha posto in evidenza una crescente sfiducia degli investitori nei confronti delle agenzie di rating. Al riguardo, basta ricordare le discussioni inerenti al fatto che Lehman Brothers abbia mantenuto la propria posizione di “investment-graded” fino al giorno del default.

La letteratura ad oggi esistente indica che il ruolo delle agenzie di rating è importante per lo sviluppo dei mercati finanziari, in quanto tali istituzioni godono di un accesso più rapido e completo alle informazioni rispetto al resto della comunità finanziaria.
L’evidenza empirica, invece, sembra parzialmente contraddire la teoria: gli effetti delle modifiche al rating sui prezzi delle azioni, nel breve termine, risultano asimmetrici: i “downgrade” producono una consistente underperformance dei titoli, mentre nessun effetto positivo stabile risulta associato agli “upgrade”.
Tale effetto asimmetrico è rilevato in tutti gli studi effettuati sulla realtà statunitense (ad esempio, Goh/Ederington – 1993). Scarsa attenzione, invece, è stata dedicata alla realtà dei mercati europei, ove la letteratura empirica è quasi inesistente.
Il working paper dell’Università Bocconi intende colmare questa lacuna, utilizzando un campione “pan-europeo” (17 paesi) di 500 variazioni effettuate sui ratings da parte di Moody’s, nel periodo gennaio 2002/dicembre 2007. Tali dati, messi a disposizione da Moody’s, sono stati raccolti attraverso il database “Rating Interactive” (http://www.moodys.com/ri/login.asp).

Gli autori esaminano gli impatti a breve termine degli upgrades/downgrades del rating sul mercato azionario europeo, per verificare se sono davvero soltanto i rating negativi ad avere effetti rilevanti sul valore delle azioni.
Un ulteriore obiettivo dello studio è quello di analizzare il grado di sensibilità dei risultati emersi dal campione in relazione ad aspetti quali:
- paese dell’emittente;
- settore al quale l’emittente appartiene;
- ampiezza del “rating change”.

I risultati evidenziano una reazione asimmetrica ai “rating changes”, in linea con quanto emerso dai precedenti studi effettuati sul mercato azionario statunitense. In particolare, gli effetti negativi dei downgrades sono più intensi per le imprese non-finanziarie e meno consistenti per le imprese britanniche (il che suggerisce l’esistenza di minori asimmetrie informative e di maggior “disclosure” nel Regno Unito, rispetto ad altri Paesi europei). Da ultimo, dai risultati dello studio emerge che un downgrade di più livelli produce un decremento del prezzo dell’azione colpita di molto superiore a quello prodotto da un downgrading che, invece, “scala” progressivamente di un solo livello per volta.

I risultati ottenuti dallo studio CAREFIN aprono la via ad ulteriori, interessanti analisi: ad esempio, volte a indagare gli effetti del fattore “dimensione d’impresa”. La letteratura indica una più probabile carenza di trasparenza nelle piccole imprese, in confronto con quelle più grandi; tale differenza può essere causa di effetti “anomali” nell’eventualità di una modifica del rating.
Un secondo aspetto degno di ulteriore approfondimento riguarda la verifica del fatto che la reazione del mercato a fronte di una modifica del rating possa anche dipendere dal rating originario assegnato all’emittente (Jorion/Zhang, 2006).

Lo studio è scaricabile presso il sito http://www.carefin.unibocconi.eu/. E’ richiesta una registrazione.