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BANKITALIA: I BILANCI DELLE FAMIGLIE ITALIANE NEL 2008. RICCHEZZA NETTA IN CALO (-1%), INDEBITAMENTO IN CRESCITA (+2%)

“I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2008” Supplementi al Bollettino Statistico, n. 8


Banca d’Italia
http://www.bancaditalia.it/


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E’ stato recentemente pubblicato, dalla Banca d’Italia, il Supplemento al “Bollettino Statistico” contenente i risultati dell’indagine sui bilanci delle famiglie italiane nel 2008. L’indagine è stata condotta su un campione costituito da quasi 8.000 nuclei familiari, attraverso interviste svolte tra gennaio e settembre 2009.
Rispetto alla precedente rilevazione, il “questionario-base” è rimasto pressochè inviariato; le indicazioni richieste riguardano il grado di benessere percepito, le condizioni della famiglia di origine, gli strumenti di pagamento, l’informazione finanziaria.
Sulla base dei dati Istat è possibile stimare in circa 23,9 milioni il totale delle famiglie italiane. Bankitalia sottolinea che la famiglia media italiana risulta composta da 2,5 unità, con un numero medio di percettori di reddito per famiglia pari a 1,64. Nel 2008, il reddito familiare medio - al netto di imposte e contributi - è stato pari a 2.679 euro mensili.
Il 20% dei nuclei familiari ha percepito un reddito mensile inferiore a 1.281 euro; per un altro 10%, invece, era superiore a 4.860 euro. Nel biennio 2006 – 2008 il reddito medio si è ridotto, in termini reali, del 4%; la riduzione è sostanzialmente simile a quella registrata nel corso della precedente recessione (1991-1993) e ha riguardato, in maggior misura, i lavoratori autonomi. La concentrazione dei redditi è risultata in linea con quella del passato; la quota di individui con reddito inferiore alla “soglia di povertà” è pari al 13,4% (in linea con il valore del 2006).

La ricchezza familiare netta - ottenuta dalla somma delle attività reali (immobili, aziende, oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, azioni, titoli di Stato) al netto delle passività (mutui, altri debiti), presenta nel 2008 un valore mediano di 153.000 euro. In termini reali, tale valore è risultato in aumento (+44%) nel periodo 1993-2006 (soprattutto grazie all’aumento del valore degli immobili); è poi diminuito (1% circa) nel biennio 2006-2008.
Il dato relativo alla concentrazione della ricchezza vede il 10% delle famiglie italiane detenere quasi il 45% della ricchezza netta disponibile, un livello di concentrazione rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi quindici anni.

Per contro, la quota di famiglie indebitate (27,8%) è cresciuta di due punti percentuali, anche se il valore risulta ancora inferiore rispetto a quello dei maggiori paesi industrializzati. Per quanto riguarda l’indebitamento legato ai mutui, è importante tenere presente che non è aumentato il grado di vulnerabilità finanziaria delle famiglie italiane (pari a circa il 17%), che risulta in linea con il dato del 2006 (e con i paesi dell’ “area euro”).

Alcune delle domande sono state dedicate alla situazione previdenziale - sia obbligatoria sia integrativa - delle famiglie. Dalle risposte emerge che l’età media in cui gli occupati prevedono di andare in pensione è 64 anni per gli uomini e 63 per le donne. Quanto all’entità della prestazione previdenziale di natura “pubblica”, le aspettative sono per una pensione mensile pari a circa il 64,6% dell’ultimo stipendio. Inoltre, circa il 10% degli occupati inseriti nel campione dichiara di ricorrere ai fondi pensione o ad altre forme di previdenza complementare, per aumentare la consistenza della “pensione pubblica”. La previdenza complementare è più diffusa al Nord e al Centro, fra i laureati, i dirigenti, i lavoratori dell’industria e i lavoratori fra 30 e 50 anni.