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🇪🇺 Pensioni

C’È UN SECONDO DEBITO PUBBLICO PIÙ GRANDE DEL PRIMO: LE PENSIONI MATURATE DAI CITTADINI EUROPEI SONO IL 330% DEL PIL

“Entitlements of households under government pension schemes in the euro area. Results on the basis of the new system of national accounts”


Banca Centrale Europea
http://www.ecb.eu/home/html/index.en.html


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L’evoluzione demografica pone sfide importanti per i sistemi pensionistici pubblici in tutti i Paesi dell’area dell’Euro.
La speranza di vita alla nascita è prevista aumentare, dal 2008 al 2060, di 7,5 anni per gli uomini (da 77,5 a 85 anni) e di 6,1 anni per le donne (da 83,4 a 89,5 anni). Il tasso di fertilità è previsto crescere leggermente, da 1,55 a 1,67, rimanendo comunque sempre ben al di sotto del tasso di sostituzione naturale (2,1).
Per valutare in modo appropriato l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sull’equilibrio finanziario dei sistemi pensionistici pubblici, occorre disporre di stime attendibili delle prestazioni pensionistiche già maturate sino ad oggi dai cittadini europei.
La Task Force sulle pensioni, istituita dalla Commissione europea e dalla Banca Centrale europea, sta svolgendo un attento lavoro di analisi e stima fondato su criteri di calcolo armonizzati.
L’articolo pubblicato sul “Monthly Bulletin” della BCE, n. 1 gennaio 2010, riporta i primi dati relativi alle stime effettuate. Da esso emerge che:
— le prestazioni pensionistiche maturate sono estremamente significative per l’intera area dell’euro;
— in particolare, l’ammontare di tali prestazioni eccede quello dell’intero portafoglio di attività finanziarie e non finanziarie delle famiglie europee e rappresenta, all’incirca, il 490% del reddito disponibile e il 330% del PIL;
— in termini di impegni a carico dello Stato, i diritti pensionistici maturati sono circa 5 volte più grandi del debito pubblico “ufficiale”.

Gli autori sottolineano che la stima dell’ammontare delle prestazioni pensionistiche maturate non consente di trarre conclusioni sulla sostenibilità del debito pensionistico pubblico; queste ultime sono possibili solo tenendo conto dell’evoluzione delle future contribuzioni che saranno versate da lavoratori e imprese.

Tuttavia, concludono gli autori, le cifre illustrate evidenziano la necessità, per i Paesi europei, di trovare un equilibrio fra il garantire pensioni future di livello appropriato e l’evitare di portare a un livello eccessivo i contributi a carico di lavoratori e imprese.