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🌎 Crisi finanziaria

ALLE ORIGINI DELLA CRISI. IL MERCATO DEI MUTUI SUBPRIME E IL FALLIMENTO DELLA NEW CENTURY FINANCIAL

The risk of relying on reputational capital: a case study of the 2007 failure of New Century Financial

Allen B. Frankel


Bank for International Settlements
www.bis.org


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Lo studio analizza il caso della New Century Financial, uno dei maggiori operatori del mercato dei mutui subprime e una delle prime banche fallite a causa della crisi esplosa in tale mercato.

Obiettivo dell’analisi è chiarire le diverse fasi che hanno portato all’originarsi della crisi e le ragioni per cui gli operatori non hanno colto in tempo i segnali premonitori. L’analisi si basa sulle risultanze emerse nel corso del processo per il fallimento della banca americana.

La qualità del mercato dei mutui subprime ha cominciato a peggiorare molto prima che, nel 2007, scoppiasse la crisi. Tuttavia, risulta dagli atti giudiziari che New Century Financial, come del resto altri operatori, abbia continuato a gestire il proprio business senza tenere conto di tale deterioramento.

L’autore del paper intende fornire una rassegna critica delle procedure, delle scelte e degli incentivi dei vari operatori coinvolti nell’erogazione e nella cartolarizzazione dei mutui subprime.

Evidenzia il ruolo modesto svolto dagli istituti erogatori nella valutazione del merito di credito dei mutuatari e il loro limitato coinvolgimento nelle perdite scaturite dai prestiti cartolarizzati. Sottolinea, inoltre, la consapevolezza delle istituzioni finanziarie coinvolte nelle operazioni di mettere a rischio la loro reputazione nei confronti degli investitori del mercato mobiliare. Lascia perplessi il fatto che tali esposizioni al rischio fossero accettate da istituzioni investitrici che avevano conoscenze e competenze sufficienti per valutare in modo appropriato l’opacità e la mancanza di diligenza nel processo di erogazione dei mutui subprime.

Il caso New Century Financial è, conclude lo studio, un esempio di come il capitale reputazionale dei soggetti coinvolti, una delle principali determinanti del rispetto della disciplina di mercato, non sia stato sufficiente a garantire una condotta corretta. In particolare, il management non ha considerato la sanzione in termini di perdita di reputazione un disincentivo sufficiente ad evitare comportamenti caratterizzati da “moral hazard”.