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🌎 Assicurazione vita

LA COPERTURA OTTIMALE DEL RISCHIO LONGEVITA’ IN UN PORTAFOGLIO DI PRODOTTI VITA CON RISCHIO DI INVESTIMENTO

Longevity Risk and Hedge Effects in a Portfolio of Life Insurance Products with Investment Risk

Ralph Stevens, Anja De Waegenaere, Betrand Melenberg


Tilburg University, Netspar-Network for Studies on Pensions, Aging and Retirement
http://www.netspar.nl/


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Le prestazioni dei prodotti assicurativi dipendono in larga misura dall’evoluzione (incerta) delle probabilità di sopravvivenza. Tale incertezza è di norma definita come “rischio di longevità”.
La letteratura sull’argomento mostra che l’effetto di tale rischio sulla singola rendita vitualizia può essere sostanziale, ma che esiste una possibile copertura consistente nella combinazione di singole rendite, da un lato, e prestazioni per il caso di morte o “survivor swaps”, dall’altro.
Tuttavia, tipicamente si tende a ignorare gli effetti che, su questi tipi di copertura, hanno il rischio finanziario e la composizione del portafoglio dell’assicuratore.
Scopo del lavoro è quantificare il potenziale “hedging” che deriva dalla combinazione di diversi prodotti assicurativi vita e attivi di tipo “mortality linked”, nell’ipotesi in cui l’assicuratore sia esposto sia al rischio di longevità sia al rischio di investimento.
Gli autori mostrano che il potenziale di “hedging” derivante dalla combinazione di diversi prodotti “mortality linked” dipende sia dal mix di prodotti sia dal mix di attivi dell’impresa. Ignorare la presenza di altre passività, come le rendite ai superstiti, può indurre a una sovrastima significativa degli effetti di “hedging” del rischio di longevità delle rendite offerti dalle prestazioni per il caso di morte o dai “survivor swaps”.
Inoltre, il rischio di investimento influenza significativamente il potenziale “hedging” in un portafoglio di prodotti vita. Quando il rischio di investimento aumenta, il potenziale “hedging” delle rendite aumenta, mentre quello delle prestazioni in caso di morte diminuisce.
Infine, gli autori mostrano come la capacità di copertura offerta da “survivor swaps” che si basano sulla popolazione totale, anziché sulla popolazione assicurata, può essere molto contenuta.