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Pensioni

IL REGIME PREVIDENZIALE DEI LAVORATORI AUTONOMI NEI PAESI OCSE

Jongkyun Choi


OECD
http://www.oecd.org/


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In molti paesi OCSE gli autonomi, pur costituendo una minoranza nell'ambito della popolazione lavorativa, hanno assunto un ruolo di considerevole importanza sul piano economico. Inoltre, il passaggio allo status di “autonomo” sta diventando prassi sempre più frequente per un numero crescente di lavoratori. Di conseguenza – sostiene l’autore del paper - diventa sempre più importante esaminare, conoscere e valutare i regimi pensionistici a disposizione dei lavoratori autonomi nei diversi paesi OCSE.

Tenuto conto di fattori quali le caratteristiche dell’impiego e del reddito tipiche del lavoro autonomo, il working paper analizza tre “aspetti chiave” dei regimi pensionistici riservati a questa categoria di lavoratori:
— la copertura pensionistica,
— i contributi previdenziali,
— i benefici pensionistici.

Come punto di partenza, gli autori sottolineano che, nella maggioranza dei paesi, lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti usufruiscono di regimi pensionistici pressoché identici (molto simili, in particolare, sotto il profilo dei diritti previdenziali). La vera differenza, invece, risiede nei “doveri”: i lavoratori dipendenti condividono il peso dei contributi con i datori di lavoro, mentre i lavoratori autonomi prendono l’onere contributivo completamente a proprio carico.

Il vero “nodo previdenziale” per il lavoratore autonomo – sottolinea lo studio OCSE – riguarda più l'applicazione pratica della regolamentazione esistente che una ridefinizione completa delle regole. Uno dei problemi principali, ad esempio, è il basso livello di copertura pensionistica, dovuta anche al fatto che i redditi percepiti dai lavoratori autonomi sono più difficili da censire in maniera precisa.
Quanto precede non è senza conseguenze, perchè si tradurrà, per il lavoratore autonomo, in un reddito pensionistico meno elevato al termine della vita attiva. A ciò si aggiunge, in alcuni casi, il verificarsi di un problema di scarsa equità all’interno del sistema pensionistico: può accadere, infatti, che a un limitato livello contributivo raggiunto dal lavoratore autonomo si associ invece un trattamento comunque generoso dal punto di vista dei benefici previdenziali.