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WORLD ECONOMIC OUTLOOK: LE PREVISIONI DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

IMF


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Il FMI ha aggiornato (aprile 2009) il World Economic Outlook, la pubblicazione che contiene le previsioni macroeconomiche su andamento e tendenze dell’economia mondiale.

Secondo il Fondo Monetario, gli effetti della recessione conseguita alla crisi finanziaria dovrebbero attenuarsi a partire del secondo trimestre 2009, anche se la produzione – su scala mondiale – dovrebbe contrarsi, nell’anno, dell’1,3%. Un lieve recupero è previsto poi nel 2010, con una crescita dell’1,9%; in tal senso, FMI riconosce come “fattori-chiave” per il recupero dell’economia mondiale il risanamento della finanza e il sostegno della domanda (anche attraverso politiche di agevolazione fiscale e monetaria).

La gravità della recessione, la peggiore dopo la seconda guerra mondiale, è confermata dall’andamento del rapporto tra prodotto e popolazione, che è previsto diminuire in tre quarti delle economie mondiali.
Le economie “avanzate” hanno sperimentato un declino del PIL senza precedenti (-7,5% a partire da fine 2008) e si stima che la produzione mondiale abbia continuato a diminuire con altrettanta rapidità nel primo trimestre 2009.
Le economie “emergenti” stanno attraversando, a loro volta, una fase di notevole contrazione del PIL (-4% è il dato aggregato del quarto trimestre 2008), a causa della duplice crisi della finanza e del commercio internazionale (particolarmente pesanti per quei paesi dell’estremo oriente caratterizzati da una forte dipendenza dalle esportazioni).

In parallelo si registra, secondo il Fondo Monetario, il rapido decremento della pressione inflazionistica e dei prezzi delle materie prime (con conseguenti, ingenti perdite economiche per numerosi paesi esportatori dell’ex area sovietica, dell’America Latina e dell’Africa); a tali effetti si associano l’indebolimento dei salari e la generalizzata erosione dei margini di profitto.

Secondo il World Economic Outlook, pertanto, la stabilizzazione dei mercati economico-finanziari necessiterà di tempi più lunghi rispetto a quanto preventivato e di sforzi notevoli da parte degli operatori. In particolare, sarà necessario garantire maggiore trasparenza (soprattutto in riferimento ai “bad assets”) e sostegno pubblico alle economie, come pure ridurre i rischi di insolvenza, di controparte e di volatilità.