Panorama Assicurativo Ania

Crisi economica e pensioni

LA CRISI ECONOMICA E LE PENSIONI IN EUROPA

Commissione europea


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Nonostante la solidità dimostrata nel tempo, la crisi ha messo in evidenza alcune debolezze dei regimi pensionistici europei: in particolare di quelli a capitalizzazione, che hanno risentito delle turbolenze finanziarie in modo più diretto e immediato.
Se la natura a lungo termine dei sistemi pensionistici li protegge - almeno in parte - dalle oscillazioni del mercato, i fondi pensione privati hanno subito un forte calo nel corso del 2008, che non sembra però causato da investimenti in titoli “tossici” come quelli che hanno messo in crisi il sistema bancario internazionale.
Gli effetti sui rendimenti ottenuti dagli iscritti ai fondi pensione collettivi (aziendali o di categoria) sono diversificati in relazione alla tipologia dei fondi stessi: coloro i quali hanno aderito a fondi aziendali a prestazioni definite non subiranno ripercussioni - perché il rischio di investimento è coperto dal fondo stesso - anche se è possibile che vengano richiesti adeguamenti dei contributi dei lavoratori e delle aziende per compensare le perdite. Sia l'Unione Europea sia gli Stati membri hanno comunque varato norme per tutelare i lavoratori in caso di insolvenza delle società promotrici degli schemi a prestazioni definite.

I regimi a contribuzione definita, invece, trasferiscono il rischio interamente sugli individui, poiché la pensione versata dipende direttamente dal rendimento degli investimenti del fondo. Per coloro che devono lavorare ancora per diversi anni c'è la possibilità che gli investimenti tornino a rendimenti positivi; ma anche le persone più vicine al pensionamento, che in passato hanno scelto di aderire a fondi pensione con strategie legate al ciclo di vita (cioè con strategie di investimento del fondo che riducono i rischi in relazione all’età del pensionamento), potrebbero uscire indenni dalla crisi. Gli altri, i lavoratori anziani senza una strategia basata sul ciclo di vita e aderenti a un sistema contributivo, dovranno probabilmente adattarsi a vivere con una pensione più bassa, oppure a lavorare più a lungo per compensare le perdite.

Non si tratta peraltro di casi molto frequenti: la maggior parte degli europei che si appresta ad andare in pensione fa ancora capo a sistemi pensionistici pubblici a ripartizione, sui quali la recessione non ha ancora veramente inciso. Tuttavia, se la crisi economica dovesse perdurare e la disoccupazione continuare a salire, i governi potrebbero vedersi costretti a riformare i regimi pensionistici per assicurarne la sostenibilità.