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RIFORMARE LE PENSIONI: I PRINCIPI ECONOMICI FONDAMENTALI


Center for Retirement Research at Boston College
www.bc.edu/crr


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Riformare le pensioni si rivela quasi sempre impresa difficoltosa, ancorchè necessaria alla luce del processo di invecchiamento della popolazione. Nicholas Barr e Peter Diamond fissano alcuni principi fondamentali, basati sulla teoria economica, che dovrebbero guidare l’azione dei governi in questo campo.

Gli autori enunciano una serie di principi, fondati sulla teoria economica, per la migliore organizzazione dei sistemi pensionistici. Secondo gli autori, i principi dai quali non si può prescindere sono i seguenti:
— i sistemi pensionistici rispondono a una molteplicità di obiettivi;
— le analisi dovrebbero considerare il sistema pensionistico nel suo insieme e in tutte le sue componenti;
— l’analisi dovrebbe essere inquadrata in un contesto di “second best” (ossia in un contesto che riconosca la presenza di mercati imperfetti);
— i diversi sistemi pensionistici ripartiscono i vari rischi in modo differente;
— i diversi sistemi pensionistici hanno effetti diversi per generazione e per sesso.
Gli autori analizzano alcuni degli errori metodologici e analitici più comuni commessi nell’analisi dei sistemi pensionistici: ad esempio, la fiducia mal riposta negli approcci “first best” (vi saranno sempre distorsioni correlate all’adozione di una riforma “ottimale”), il focus non corretto sulle analisi “steady-state” (che ignorano le fasi intermedie necessarie per arrivare al risultato finale), la considerazione solo parziale del debito pensionistico implicito, l’incompleta considerazione dell’impatto delle modalità di finanziamento e degli effetti di carattere distributivo.

La seconda parte del Paper considera alcune implicazioni di politica economica. In particolare:
– non esiste un modello ottimale di sistema pensionistico;
– il pensionamento anticipato riduce in misura minima, o non riduce affatto, il tasso di disoccupazione;
– il passaggio da un sistema pensionistico a ripartizione a un sistema a capitalizzazione non comporta necessariamente un miglioramento del benessere collettivo;
– un modello pensionistico che ecceda le capacità di un paese di metterlo in pratica è un cattivo modello.

Lo studio analizza, infine, i diversi modelli di sistemi pensionistici (basati comunque su tre pilastri) che risultano coerenti con i vari vincoli, di carattere fiscale e istituzionale, tipici di paesi con differente livello di sviluppo economico. Ovviamente, il numero di opzioni disponibili si amplia quanto minori sono i vincoli (fiscali, amministrativi) che un paese deve rispettare.