Panorama Assicurativo Ania

🇬🇧 Previdenza complementare

PMI E PREVIDENZA COMPLEMENTARE: UNO STUDIO SULLA REALTA’ DEL REGNO UNITO


Association of Consulting Actuaries
http://www.aca.org.uk


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Le imprese con un numero di dipendenti non superiore a 250 rappresentano oltre il 50% del fatturato complessivo delle imprese britanniche e impiegano il 59% della popolazione lavorativa. I nove milioni di lavoratori che sono occupati in 1,2 milioni di imprese di piccola e media dimensione scontano generalmente un deficit pensionistico e sono l’obiettivo chiave della recente riforma governativa dei “personal accounts” (1) .

Lo studio dell’associazione britannica dei “consulting actuaries” (ACA) intende verificare se tale riforma sia efficace nell’elevare i livelli di copertura pensionistica dei lavoratori delle piccole e medie imprese e quali siano gli effetti sugli schemi pensionistici aziendali già esistenti.

L’indagine si basa su un questionario inviato a 394 imprese con meno di 250 dipendenti.
Secondo le risposte pervenute all’ACA, la maggioranza degli schemi aziendali esistenti non sarà in grado di garantire i livelli pensionistici minimi previsti dalla riforma dei “personal accounts”: il 60% di tali schemi verserà contributi inferiori a quelli dei nuovi piani previsti dalla riforma. Inoltre, il livello di contributi pensionistici (lavoratori + imprenditori) è attualmente molto al di sotto dell’8% e nelle imprese con meno di 50 dipendenti raggiunge a malapena il 5%.

L’uscita (“opt-out”) dai vecchi schemi aziendali verso i nuovi “personal accounts” è prevista essere elevata e superiore al 40% dei potenziali aderenti. Un terzo delle imprese prevede di ridurre i benefit agli schemi pensionistici aziendali (per ridurre il costo di un numero maggiore di aderenti) o addirittura di chiudere i propri fondi pensione aziendali a favore dei “personal accounts”.

Nel campione della ricerca ACA, oltre il 90% dei fondi pensione a prestazioni definite sono chiusi a nuovi entranti: nessuna impresa intende gestire al proprio interno uno di questi fondi.

Secondo la ricerca, il Governo può ragionevolmente aspettarsi tra 4 e 6 milioni di nuovi iscritti alla previdenza integrativa attraverso i “personal accounts”, anche se i risultati effettivi dipendono dalle condizioni economiche generali e, quindi, dalla sostenibilità di tali scelte. Sarebbe meglio, conclude lo studio, far partire questi nuovi sistemi di previdenza integrativa in una fase economica positiva, utilizzando anche politiche fiscali incentivanti.

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(1) La riforma prevede che tutti i lavoratori siano iscritti a una nuova forma di previdenza integrativa, chiamata appunto “personal accounts”, o, a scelta, a un fondo pensione aziendale. I “personal accounts” sono caratterizzati da semplicità e bassi costi.