Panorama Assicurativo Ania

🇬🇧 Fondi pensione

I BENEFICI DELLA DIVERSIFICAZIONE DEGLI INVESTIMENTI: IL CASO DEI FONDI PENSIONE A PRESTAZIONI DEFINITE NEL REGNO UNITO


The Pensions Institute
www.pensions-institute.org


Visualizza il documento


Il calo delle borse e il rialzo dei prezzi dei bond, unitamente all’adozione di basi di mortalità più rigorose, hanno generato, a partire dall’inizio del corrente decennio, situazioni di deficit finanziario nei fondi pensione a prestazioni definite del Regno Unito. Un modello dimostra come la probabilità di incorrere in deficit si riduca fortemente adottando strategie di investimento più diversificate.

I fondi pensione a prestazioni definite rimangono una componente fondamentale del sistema previdenziale privato nel Regno Unito. Tuttavia, fra il 2001 e il 2004, il settore ha attraversato ciò che è stata definita come una “tempesta perfetta”, i cui elementi principali sono stati:
— un forte declino dei prezzi azionari;
— un rapido rialzo dei prezzi dei titoli a reddito fisso;
— una revisione delle ipotesi di mortalità utilizzate per proiettare le prestazioni pensionistiche future.

Lo shock sui mercati azionari ha avuto un impatto rilevante in quanto le azioni hanno tradizionalmente rivestito un peso significativo nel portafoglio dei fondi pensione a prestazioni definite (rappresentavano circa il 71% del totale degli attivi a lungo termine nel 2001).

Il rialzo dei prezzi dei titoli a reddito fisso ha avuto un duplice effetto. Da un lato, la connessa diminuzione dei tassi di rendimento ha provocato un aumento nel valore attuale delle passività dei fondi pensione. Dall’altro, essendo la duration dei bond detenuti dai fondi (7-8 anni) inferiore a quella (anche superiore ai 20 anni) delle rispettive passività, l’aumento del valore attuale degli impegni è stato più rapido di quello del valore dei relativi bond.

Proprio gli sviluppi sui mercati finanziari, infine, hanno portato gli attuari a rivedere le generose ipotesi di mortalità utilizzate tradizionalmente dai fondi per stimare le prestazioni pensionistiche future: anche questo ha comportato un incremento degli impegni dei fondi nei confronti degli aderenti.

Il risultato complessivo di queste tendenze è stato il formarsi di deficit finanziari nella maggior parte dei fondi a prestazioni definite (secondo alcune stime, l’83% dei fondi era in deficit nel marzo 2006).

Gli autori del presente studio propongono un modello che, tenendo in debito conto tutte le poste – attive a passive- del bilancio di un fondo pensione, mirano ad individuare i benefici, in termini di riduzione del rischio, derivanti da una strategia di investimento più diversificata.

Dimostrano che si può conseguire una riduzione significativa delle probabilità di deficit finanziario passando da una asset allocation tradizionale (60% azioni e 40% bond) a una strategia che prevede un peso variabile (dal 30% al 50%) assegnato ad attivi alternativi, quali titoli ad alto rendimento, immobili commerciali, futures su commodities, hedge funds.