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🇩🇪 Solvency

Solvency II tra aspettative e timori


L’introduzione delle regole di Solvency II è percepita in Germania con sentimenti contrastanti da parte di molti manager del settore assicurativo.

Nel 1994 era iniziata una fase di de-regolamentazione; ora si teme una nuova ondata nel verso opposto, cioè di una ri-regolamentazione.

Thomas Steffen, direttore del Bafin (autorità di vigilanza tedesca sugli intermediari finanziari), nonché Presidente del CEIOPS, non condivide una visione pessimistica e sostiene che, fintanto che ci si concentra su importanti principi e su poche ma chiare regole, non c’è alcun rischio di ri-regolamentazione; tuttavia si è in una fase iniziale ed è pertanto comprensibile che ci sia un’elevata aspettativa per l’emanazione di regole accettabili.

Il fulcro di Solvency II consiste, essenzialmente, in una maggiore responsabilizzazione del management nei confronti dei rischi assunti dalle imprese.

Secondo Steffen è importante che le associazioni di categoria e le società del settore accompagnino nel futuro il processo di introduzione dei nuovi principi.

Agli attuari verrà data sempre maggiore importanza nel management delle imprese, ma tutta l’organizzazione aziendale dovrà essere adattata in funzione di una nuova consapevolezza della responsabilità aziendale verso i rischi assunti.

Solvency II dovrebbe infatti aiutare ad evitare situazioni di insolvenza o difficoltà delle imprese attraverso una prevenzione da parte del management, che sempre deve avere piena coscienza dello stato di rischio aziendale.

Solvency II viene spesso associata a Basilea II, sebbene ci sia una differenza fondamentale: Basilea II mirava ad un ambito di applicazione internazionale, mentre Solvency II si concentra su un ambito europeo.

Tuttavia, secondo Steffen, ci sono buone possibilità perché anche Solvency II diventi uno standard internazionale.

Per ulteriori informazioni segnaliamo l’articolo “Aufsicht setzt auf mehr Transparenz” di H. Fromme, edito il 23 maggio 2007 in Financial Times Deutschland, www.ftd.de.