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LA MISURAZIONE DELLE PASSIVITÀ ASSICURATIVE: LA VISIONE DI FITCH

Fitch Ratings


Nel discussion paper di maggio 2007, lo IASB ha proposto, quale criterio per la valutazione delle passività assicurative, il cosiddetto “current exit value”, intendendosi con esso l’ammontare che l’assicuratore dovrebbe pagare, alla data di valutazione, per trasferire ad un terzo i residui diritti e obblighi contrattuali. Lo IASB non ha ancora deciso se il “current exit value” rappresenti l’unica e preferibile definizione di “fair value” per le passività assicurative.

Fitch interviene nel dibattito anzitutto manifestando il proprio favore nei confronti degli sforzi che lo IASB ha compiuto per avere maggiore confrontabilità e trasparenza nell’industria assicurativa.
Riconosce che vi sono difficoltà nell’utilizzare il “current exit value” nella valutazione di passività – come quelle assicurative – per le quali, in pratica, non esiste un mercato.
Nella maggior parte dei casi, gli assicuratori sono chiamati a liquidare i propri impegni nei confronti degli assicurati. Fitch ritiene che un vero “fair value” delle passività assicurative dovrebbe riflettere i cash-flows attesi per liquidare il contratto piuttosto che i cash-flows attesi per trasferire il contratto ad un’ipotetica terza parte.

Ma, in realtà, i due criteri di calcolo in ampia parte si sovrappongono. Entrambi cercano di stimare il valore attuale dei flussi di cassa da pagare e da ricevere, afferenti il contratto assicurativo da valutare.
Le differenze tra i due criteri si riferiscono al fatto che le componenti di calcolo rappresentate dai costi del servizio, dal margine di rischio e dal rischio di credito siano specifiche dell’impresa (“entity-specific”) o riferiti al mercato (“market-neutral”).

Il rapporto “Accounting for Insurance Contracts -- Will Fair Value Fix It?”, edito lo scorso 29 maggio, è disponibile gratuitamente nel sito di Fitch Ratings - www.fitchratings.com - previa registrazione gratuita.